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Nardò (Lecce), arrestato perché ubriaco alla guida: infermiere ottiene la messa alla prova

Ha chiesto e ottenuto di poter beneficiare della messa alla prova G.D.A., l’infermiere di 41 anni, in servizio presso l’ospedale di Gallipoli, arrestato e poi rimesso in libertà per essere sfuggito ad un controllo dei carabinieri, ubriaco alla guida. Il giudice monocratico Marco Mauro Marangio ha accolto l’istanza dell’avvocato difensore Andrea Bianco e, nei prossime mesi, valuterà il programma riabilitativo che l’infermiere intende seguire per un periodo di almeno sei mesi ed espiare in tal modo la pena senza che la sua fedina penale rimanga macchiata.

L’infermiere era finito nei guai nella notte di domenica 20 maggio, quando fu fermato dall’equipaggio di una gazzella dei carabinieri dopo un inseguimento proseguito per circa tre minuti lungo le vie del centro storico di Nardò. Uscito da una kebabberia, alla vista dei militari, cercò di seminare gli uomini in divisa. Iniziò ad aumentare la velocità imboccando viale Grassi contromano. A quel punto i militari azionarono le sirene per cercare di fermare il conducente e poter così procedere al controllo. Di contro, l’uomo ingaggiò un folle inseguimento per le vie della città, mettendo a repentaglio l’incolumità degli altri utenti della strada e rischiando di finire contro altri mezzi parcheggiati.

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Di lì a breve l’auto uscì fuori strada, finendo sul bordo del marciapiede spartitraffico pedonale invadendolo e terminando la propria corsa contro un lampione dell’illuminazione pubblica, danneggiato e in parte divelto. L’infermiere si rifiutò di fornire le proprie generalità. Una volta portato in caserma, tergiversò più e più volte fino a notte fonda, quando, sottoposto al test dell’etilometro ripetuto, emerse un tasso alcolemico ben oltre il limite consentito: 2,14 g/l nella prima verifica; 2,32 g/l nella seconda.

Su disposizione della pm Maria Grazia Anastasia fu disposto il sequestro, per confisca, dell’auto – una Mercedes Classe A180 – e l’infermiere fu arrestato con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulle proprie generalità e guida in stato di ebbrezza alcolica. Subito dopo il processo per direttissima, in cui l’infermiere riferì di aver compiuto una bravata e di essersi spaventato alla vista dei carabinieri, arrivò la scarcerazione.

Redazione Nurse Times

Fonte: CorriereSalentino.it

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