Medici

Medici di famiglia, in Puglia è scontro tra Fimmg e Regione: confermata la protesta del 1° aprile

Come ribadito dal segretario regionale Donato Monopoli, il sindacato di categoria ha abbandonato il tavolo delle trattative, soprattutto a causa del “blocco ai fondi per le assunzioni dei collaboratori amministrativi”. Filippo Anelli, presidente Omceo Bari, esorta il governatore Michele Emiliano a riprendere il dialogo.

E’ scontro tra Fimmg e Regione Puglia, dopo le interlocuzioni degli ultimi giorni. Il principale sindacato dei medici di medicina generale, ha abbandonato il tavolo delle trattative, protestando in particolare per “l’eccesso di burocrazia” e “per il blocco ai fondi per le assunzioni dei collaboratori amministrativi”.

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I dettagli in una nota a firma di Donato Monopoli (foto), segretario Fimmg Puglia: “Purtroppo non abbiamo avuto altra scelta, dal momento che non solo non sono state prese in alcuna considerazione le richieste che avevamo avanzato, ma è forte la sensazione che si punti a demolire il sistema della medicina generale, nascondendosi dietro pretesti normativi”.

“Di fronte al crescente disagio della categoria – prosegue Monopoli – Fimmg Puglia aveva avanzato una serie di proposte alla Regione che erano una vera e propria richiesta di aiuto per qualificare il lavoro dei medici e impedire che il sistema della medicina generale implodesse su se stesso. A queste richieste la Regione ha risposto disponendo una comprensibile ricognizione dei fondi erogati, accompagnata però dalla sospensione dell’erogazione dei contributi che erano stati decisi con l’accordo integrativo regionale del 2007, e che vengono utilizzati dai medici di famiglia per il personale amministrativo e infermieristico, ormai indispensabile per la gestione del lavoro. Fondi che non coprono tutti i medici attualmente in ruolo e che la Fimmg aveva chiesto di aumentare proprio per poter continuare a garantire l’assistenza ai pazienti”.

La motivazione ufficiale per la sospensione delle gtrattative sta nel fatto che l’Accordo regionale su questo punto sarebbe in contrasto con l’Accordo collettivo nazionale. Tuttavia, se la questione fosse di legittimità, vorrebbe dire che oggi vengono sospesi i fondi da erogare ai nuovi medici di famiglia, ma in futuro potrebbero essere sospesi anche ai medici che già oggi li percepiscono. Il risultato, secondo la Fimmg, sarebbe la desertificazione della medicina di famiglia pugliese, con la chiusura di un numero imprecisato di studi, dato che già oggi l’aumento dei costi, insieme alla crescita del carico di lavoro, rende difficile la gestione dell’assistenza.

Aggiunge Monopoli: “È forte la sensazione che il vero obiettivo dell’assessorato sia mettere i medici nella condizione di andar via. Implicitamente l’ultima circolare, che avrebbe dovuto chiarire la posizione della Regione, sembra rivelare le intenzioni dell’assessorato. Infatti la Regione, con quell’atto, esce allo scoperto e nega l’aumento dei fondi. Sostiene di voler dare una risposta a tutti i medici a finanziamenti invariati e di essere al lavoro su una riorganizzazione del modello della medicina generale. Un modello senza alcun finanziamento, che al momento non esiste in nessuna regione d’Italia e che andrebbe costruito da zero. Nel frattempo sul territorio si fa morire lentamente la medicina generale e non ci si preoccupa delle pesanti conseguenze che questo già oggi ha sui pazienti”.

Conclude il segretario Fimmg Puglia: “Non ci rimane altro che scendere in piazza il 1° aprile per avvertire i cittadini che presto o tardi non avranno più un medico. Succederà ciò che già sta avvenendo negli ospedali, dove gli specialisti, per sfuggire a condizioni di lavoro insostenibili, si licenziano e diventano gettonisti. È questo il futuro della medicina generale immaginato dalla Regione?”.

La posizione di Omceo Bari – Sulla rottura delle trattative tra Fimmg e Regione Puglia interviene anche Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, che chiede al governatore Michele Emiliano di riaprire il tavolo di confronto: “La protesta dei medici di medicina generale nasce da uno stato di profondo disagio, che provoca una lesione della dignità professionale in un sistema in cui il ruolo dei medici di assistenza primaria, così come quelli di emergenza territoriale e di continuità assistenziale, è cruciale per assicurare l’equità nell’accesso alle cure. I medici chiedono alla Regione misure e modelli organizzativi che rispettino la loro dignità professionale e garantiscano il tempo necessario per svolgere la loro professione”.

Redazione Nurse Times

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