Marisa Cantarelli nasce il 3 luglio 1930 ed è la prima teorica italiana dell’assistenza infermieristica. Il suo modello infermieristico nasce dal malcontento della stessa a lavoro, perché c’era una differenziazione dell’assistenza da operatore a operatore e non si riusciva ad ottenere un risultato finale con fini e mezzi comuni. Il lavoro dell’infermiere non era basato sulla persona assistita, ma sul lavoro in sé per sé, empiricamente parlando. Bisogna sottolineare che comunque questa concezione era “normale” in quel periodo, perché l’infermiere eseguiva il proprio mestiere tramite un mansionario, come semplice esecutore e mai come operatore pensante e professionale. Questa quindi è stata una battaglia che la Cantarelli fin da subito ha cercato di prendere di testa, cercando di fare leva sul malcontento generale e sottolineando l’importanza di un’assistenza paziente-centrica.
A tutti questi bisogni uno o più operatori sanitari dovevano ottemperare in modo tale da lasciare sempre l’autonomia residua al paziente. Ci sono quindi dei gradi di autonomia che il paziente può avere? Assolutamente sì, altrimenti come riusciremmo a differenziare una persona completamente autonoma da una completamente dipendente dall’operatore o dal caregiver?
I gradi di autonomia inoltre possono cambiare anche repentinamente a causa di un intervento chirurgico o di un disturbo emodinamico, quindi bisogna essere sempre a conoscenza dello stato del paziente nel momento preciso dell’esecuzione di qualunque pratica clinico-assistenziale. I gradi sono:
1. Indirizzare il paziente (quindi aiutarlo, supportarlo e ascoltarlo se ha bisogno di sforgarsi, senza mai sostituirsi nelle scelte)
2. Guidare (spiegare, aiutarlo nei piccoli movimenti)
3. Sostenere (sia fisicamente che psichicamente)
4. Compensare (nel caso di mancata funzionalità di alcuni organi o apparati)
5. Sostituire (nel caso di paziente in coma per esempio)
A tutto questo non bisogna dissociare il metaparadigma, principe anche in questa parte della teoria infermieristica della Cantarelli:
Questa teorica, nonostante il periodo storico in cui ha vissuto, è stata molto brava a prendere la situazione nelle mani. Non ha pensato per un attimo di adagiarsi sugli allori e adeguarsi alla situazione, anzi, ha combattuto per rendere la professione infermieristica libera da stereotipi e luoghi comuni ormai obsoleti. Lei ha dato l’esempio, sfruttando le sue conoscenze,creando una nuova teoria del Nursing Moderno, con diversi punti fondamentali proprio per poter creare dei punti cardine da tenere in considerazione sempre durante il proprio lavoro.
Adesso che tutto questo è nelle nostre mani, tocca a noi rimboccarci le maniche, non ricadere nelle antiche “parole” e lottare per una assistenza professionale e personalizzata, senza mai dimenticare che al centro del nostro lavoro deve esserci sempre il paziente, protagonista del percorso assistenziale e detentore di qualunque scelta.
Dott.ssa Taccogna Federica
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