Manifestazione di Trento contro l’obbligo vaccinale: botta e risposta tra Opi e Vaccinare informati

La presidente dell’associazione, Patrizia Filippi, risponde al leader dell’Ordine, Daniel Pedrotti: “Esprimere una propria opinione è un diritto tutelato dalla Costituzione”.

Sabato scorso un migliaio di persone sono scese in piazza a Trento per rispondere all’appello lanciato dall’associazioine Vaccinare informati, rivendicando “la libertà di scelta vaccinale e il diritto al lavoro”. Una “manifestazione a sostegno dei sanitari contro il DL 44/2021”, che ha visto alternarsi sul palco molti medici, oss, fisioterapisti, infermieri, tutti contrari all’imposizione del vaccino anti-Covid.

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Sul tema non si è fatta attendere la presa di posizione di Opi Trento, espressa attraverso un duro comunicato a firma del presidente Daniel Pedrotti. Un comunicato con cui l’Ordine “rifiuta e stigmatizza l’immagine proposta dalla manifestazione contro il Decreto legge 44/2021, che sancisce l’obbligatorietà vaccinale per tutti gli operatori sanitari, costantemente in prima  linea nella lotta alla pandemia, come dimostrano i continui contagi e decessi”. 

A stretto giro di posta è arrivata la replica di Vaccinare informati. “Ci offende profondamente come cittadini, in particolare il tono inquisitorio e intimidatorio usato verso i molti infermieri e operatori sanitari che hanno partecipato alla manifestazione del 24/04/2021”, afferma in una nota Patrizia Filippi, presidente dell’associazione.

“Abbiamo letto con rammarico e stupore il comunicato stampa dell’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento – prosegue Filippi -. Siamo stati definiti come ‘sedicente’ associazione, ma in realtà non abbiamo nulla di autoreferenziale. Vaccinare informati è presente sul territorio da ben 16 anni ed è riconosciuta come interlocutrice anche dalle istituzioni porovinciali. L’associazione ha come mission la libertà di scelta vaccinale e terapeutica, basata su un consenso informato e libero. E poter esprimere una propria opinione su qualsiasi argomento è un diritto tutelato dall’articolo 21 della nostra Costituzione”.

Conclude Filippi: “Riteniamo che le pesanti parole utilizzate nella nota del presidente dell’Opi offendano la categoria infermieristica, che è caratterizzata da persone con grande umanità, vicinanza, solidarietà ed empatia verso tutti gli ammalati. I sanitari tutti hanno dimostrato un grande senso del dovere anche nei momenti più difficili della pandemia, pur in presenza di istruzioni e protocolli in continua evoluzione, rimanendo saldi sul loro impegno lavorativo verso le persone ammalate. Il primo dettame dell’etica è il rispetto dell’altro. Ci domandiamo quanto sia etico obbligare una qualsiasi persona a sottoporsi a un trattamento sanitario non privo di rischi. In conclusione, esprimiamo la nostra massima solidarietà a tutti coloro che sono stati oggetto di questi inopportuni attacchi”.

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