L’ozono terapia per curare le patologie cerebrovascolari e neurovegetative

È stato costantemente osservato un miglioramento delle facoltà cognitive e mnesiche, della coordinazione motoria, della deambulazione e delle condizioni psichiche generali, un miglioramento della funzione della vescica con regressione dell’incontinenza e della ritenzione urinaria

In questo articolo verrà ripreso il tema dell’ozono, i suoi molteplici trattamenti terapeutici, affrontato in parte nel precedente articolo (VEDI)

Naturalmente presente all’interno dell’organismo degli esseri viventi, l’ozono oggi si impiega come mezzo terapeutico nella cura di diverse patologie dimostrando una buona efficacia clinica. Inoltre, non presenta interazioni farmacologiche né effetti secondari o collaterali.

L’ozono esercita un’azione antiflogistica, antidolorifica, riattiva la microcircolazione in diversi organi ed apparati facilitando la cessione dell’ossigeno ai tessuti. Agisce sul metabolismo cellulare, favorisce l’eliminazione delle sostanze tossiche prodotte nelle cellule ed esercita una potente azione antiossidante. Grazie a queste caratteristiche l’ozono potrebbe rivelarsi un valido aiuto nella prevenzione e nella cardiopatia ischemica, nella riabilitazione post-infartuale, ed in diverse patologie cerebro-vascolari.

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Queste ultime possono essere di due tipologie: infiammatorie (come la sclerosi multipla) e degenerative (come Parkinson e demenze). È stato dimostrato che tutte le patologie croniche, tranne quelle genetiche congenite autosomiche dominanti e le infettive, traggono la loro origine da uno stato infiammatorio cronico con carenza di ossigeno tissutale. Lo stato infiammatorio cronico è conseguente allo stress ossidativo.

I marcatori dell’infiammazione (TNF, IL 1, IL 6, IL 8 e PCR) aumentano in tutte le patologie infiammatorie e degenerative. Queste citochine permettono ai linfociti attivati e ad altri fattori tossici di oltrepassare la barriera ematoencefalica e causare patologie infiammatorie cerebrali e neurodegenerative.

L’ozono diminuisce lo stress ossidativo, l’acidosi tissutale, l’infiammazione e tutte le citochine sopra elencate; migliora la funzionalità del microcircolo; riduce la spasticità, migliora il drenaggio linfatico cerebrale, aumenta la disponibilità di ossigeno per le nostre cellule e la produzione di energia senza effetti collaterali. Ecco perché può essere utile nella prevenzione e nella cura sia di patologie cerebro-vascolari che patologie cardiovascolari come: cardiopatia ipertrofica, cardiopatia ischemica, angina pectoris, infarto del miocardio, prevenzione dell’infarto del miocardio, riabilitazione post-infarto.

Le malattie cerebro-vascolari rappresentano la seconda causa di demenza, dopo la malattia di Alzheimer, e le forme degenerative ad essa correlate possono causare deterioramento mentale non solo attraverso la riduzione del calibro o la stenosi dei vasi arteriosi cerebrali con conseguente riduzione del flusso ematico, ma attraverso micro infarti ripetuti.

Il declino cognitivo si manifesta quando è distrutto un volume di tessuto cerebrale pari a 50-100 ml. Per tale motivo è stato coniato il termine di demenza multi-infartuale, come sinonimo di demenza vascolare. I sintomi che in questi casi si associano al deterioramento mentale sono costituiti da: rallentamento ideomotorio, disturbi della memoria e della deambulazione, incontinenza sfinterica e urinaria, disfasia, disartria, incontinenza emozionale.

La cerebropatia vascolare multi infartuale si riscontra quasi costantemente in soggetti con storia di ipertensione arteriosa e/o diabete. Le attuali tecniche neuro radiologiche di immagine (TAC, RMN, SPECT, PET) sono in grado di dimostrare la sede e il numero degli infarti cerebrali o delle lacune, come aree delimitate di alterazione del parenchima o di ipoafflusso ematico. Tali indagini rappresentano pertanto un indispensabile ausilio diagnostico in casi di demenza, in quanto consentono di individuare lesioni vascolari e quindi supportare la diagnosi di demenza su base ischemica o, sebbene con minor frequenza, emorragica.

L’ossigeno ozono terapia può esercitare un’azione neuro-protettiva perché riattiva il microcircolo ed il metabolismo cerebrale con una maggiore ossigenazione dei neuroni e della sostanza bianca dell’encefalo e del midollo spinale.

L’ozono determina una riduzione nella sintesi dei mediatori dell’infiammazione, ed una forte azione antiossidante in quanto attiva le funzioni enzimatiche protettive endogene delle cellule contro i radicali liberi. Diversi pazienti sono stati trattati con ossigeno ozono terapia mediante grande auto emo infusione di sangue ozonizzato, affetti da cerebropatia vascolare multi-infartuale, con demenza senile più o meno avanzata, deterioramento cognitivo e deficit della memoria, disturbi della deambulazione, con stati confusionali e depressivi più o meno gravi, incontinenza o ritenzione urinaria.

È stato costantemente osservato un miglioramento delle facoltà cognitive e mnesiche, della coordinazione motoria, della deambulazione e delle condizioni psichiche generali, un miglioramento della funzione della vescica con regressione dell’incontinenza e della ritenzione urinaria. Uno studio sperimentale ha evidenziato, in tutti i soggetti sani e nei pazienti affetti da cerebropatia vascolare multi-infartuale ed esiti di ictus cerebrale, trattati con ossigeno ozono terapia mediante grande auto emo infusione, un aumento della cessione di ossigeno dovuto ad attivazione del microcircolo e del metabolismo cerebrale a carico dei lobi cerebrali.

Tali modificazioni anatomiche e fisiologiche hanno favorito la riattivazione della fisiologica produzione di energia nei neuroni che in condizioni patologiche ne usufruiscono in modo insufficiente, e che determina, quindi, degenerazione e morte cellulare. Da un punto di vista clinico i pazienti sottoposti ad ossigeno ozono terapia evidenziano un netto miglioramento delle condizioni neurologiche che si accompagna ad un miglioramento generale delle condizioni cardiache, polmonari, renali, e di circolo degli arti inferiori.

 

Cinzia Racaniello

Redazione Nurse Times

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