L’Infermiere e lo tsunami tecnologico

Lo tsunami tecnologico sta inondando anche la sanità presto parleremo dell’epoca della sanità tecnologica

Lo tsunami tecnologico sta inondando anche la sanità presto parleremo dell’epoca della sanità tecnologica

Come possono essere sfruttate queste tecnologie per migliorare l’assistenza infermieristica? Che vantaggi possono trarre gli infermieri?

Un profondo cambiamento in medicina deriverà dall’avanzare delle tecnologie emergenti che porteranno la cura del paziente verso una nuova era.

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Le prospettive possono sembrare fantascientifiche ma la dirompenza delle tecnologie esponenziali sta rivoluzionando il rapporto, il monitoraggio ed il trattamento del paziente. In un’era in cui l’informazione digitale è tutto è necessario tornare a porci alcune domande in merito al cambiamento radicale della società moderna che, inesorabilmente, si ripercuote nei vari settori della sanità. Lo scopo dell’integrazione della tecnologia in sanità è quello di ottimizzare l’assistenza, migliorare la qualità cure e la soddisfazione della persona senza aumentare il carico di lavoro dell’operatore sanitario. (1)

Il dilagare dei dati ci ha consegnati all’Infosfera, ovvero l’intero ambiente informazionale che si compone delle tecnologie capaci di produrre, elaborare e scambiare dati in formato digitale, meglio conosciute come Information and Communication Technology.

A tal proposito il Prof. Rozzano C. Locsin del Florinda Atlantic University ha creato una teorica sulla competenza tecnologica nell’assistenza infermieristica ( Technological Competency as Caring in Nursing ) rivisitando il processo di nursing, sfruttando al meglio la tecnologia, a seconda della tipologia di tecnologia a disposizione. In tutto il processo di nursing del Prof. Locsin (immagine 1) si evince come la tecnologia sia un ottimo strumento per monitorare i cambiamenti della persona e di conseguenza stilare nel miglior modo possibile una piano assistenziale individuale e dinamico. (2)

Ed ecco che il paziente diviene una miniera di dati, capaci di dare significato al suo stato di salute. Frequenza cardiaca, saturazione d’ossigeno, temperatura corporea e glicemia sono solo alcune della miriade d’informazioni acquisite dai dispositivi indossabili (wearable device).

Dispositivi che, una volta connessi alla rete, entreranno a far parte dell’Internet delle cose (Internet of Things), ovvero un network digitale all’interno del quale i dispositivi possono costantemente scambiarsi informazioni mediche sull’attuale stato di salute del paziente, in remoto e senza l’impiego di professionisti durante la rilevazione di tali parametri.

Il paziente, nel prossimo futuro, sarà sempre più connesso, i dispositivi saranno sempre meno invasivi e meno costosi, fattori fondamentali per la distribuzione di massa.

Il cambiamento radicale risiede però nella vastità dei dispositivi in termini di quantità e qualità dell’informazione prodotta.

Esatto, perché se oggi una cartella clinica “cartacea” si compone di poche informazioni, dove quelle maggiormente rilevanti sono spesso le ultime prodotte nel tempo e a disposizione del registro del paziente o ente, nel prossimo futuro i dispositivi indossabili per persona saranno sempre più numerosi e consentiranno di rilevare, conservare e trasmettere sempre più informazioni. Secondo il report di Cisco IBSG infatti, se nel 2015 sono stati circa 3,47 i dispositivi connessi per persona nel 2020 saliranno a 6,58.

Quest’ultimo è un dato medio e coinvolge anche i soggetti che mai sono entrati in contatto con un dispositivo connesso. Tale dato, considerando che solo una piccola parte di dispositivi connessi rientra nella fattispecie dei dispositivi medicali dal quale poter trarre significato clinico dai dati, deve solamente farci intendere il trend globale e la direzione verso la quale ci stiamo con piccoli passi muovendo.

Quanto detto avrà un impatto straordinario nella cura del paziente, ancor più considerando la spinta fornita da tecnologie emergenti correlate. Considerando che nel 2025 circa il 30% dell’informazione sarà distribuita in tempo reale e circa il 20% deriverà da dispositivi mobili (3) è facile intuire che la velocità di trasmissione dei dati necessaria sarà sempre più elevata, ed ecco che la quinta generazione degli standard nella tecnologia mobile, meglio conosciuta come 5G (4), fornirà al professionista sanitario un ulteriore strumento per efficientare il monitoraggio del paziente in tempo reale.

In qualsiasi posto il paziente si trovi avremo la possibilità di ricevere una mole di dati preziosi ed in costante crescita, ma tutto ciò non è immune a preoccupazioni. Al crescere dei dati gli infermieri e l’equipe saranno costretti a monitorare una quantità di valori sempre più ampia e diversificata per ogni singolo paziente, tale da mettere in difficoltà il professionista stesso.

Ed è proprio nel contesto dell’analisi critica dei dati che si inseriscono, nel breve termine, gli algoritmi di Intelligenza Artificiale. Segnali di allerta consegnati direttamente sullo smartphone dell’infermiere e del medico provenienti proprio da quei dispositivi connessi precedentemente citati ed indossati da un paziente se mai dimesso ed in attesa di follow-up.

Capiamo quindi che la medicina si sposta realmente verso una centralizzazione del paziente nel percorso di cura, il processo di deospitalizzazione è garantito dal monitoraggio a distanza e, grazie ai più avanzati sistemi, non è difficile pensare che essere curati nel proprio ambiente di vita, nella propria casa possa agevolare eticamente, psicologicamente ed economicamente l’intero sistema di cura(5), soprattutto se si tratta di pazienti cronici.

Tengo a citare, in ultima analisi per un interesse che grava in maniera parziale sul professionista sanitario ma è di estrema importanza per le istituzioni pubbliche e private, la necessita di politiche sanitarie che garantiscano estrema sicurezza nella trasmissione e gestione dei dati. La cybersecurity(6), grazie al processo di digitalizzazione che sta in maniera dirompente colpendo la sanità, è un argomento serio da trattare con immediatezza, sensibilizzando le figure professionali coinvolte.

Dott. Raffaele Campese, Registered Nurse, Master of Science in Nursing student in University of Rome-Tor Vergata

Dott. Nicola Marino, Orthopedic Technician, Università Cattolica del Sacro Cuore, Marisa srl, medical company

  1. Archibald MM, Barnard A., Futurism in nursing: Technology, robotics and the fundamentals of care, Journal of Clinical Nursing, 2017
  2. Locsin RC, The Co-Existence of Technology and Caring in the Therry of Technological Competency as Caring in Nursing
  3. www.seagate.com
  4. www.brookings.edu
  5. medicalfuturist.com
  6. https://www.mddionline.com/why-cybersecurity-must-be-part-medical-device-architecture
Redazione Nurse Times

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