L’importanza del Tutor per gli infermieri neo assunti: la situazione in Italia

I tutor clinici per i neo-assunti: vengono scelti sempre in base a caratteristiche specifiche? La teoria e la pratica coincidono?

I tutor clinici per i neo-assunti: vengono scelti sempre in base a caratteristiche specifiche? La teoria e la pratica coincidono?

E’ ormai risaputa l’importanza della funzione tutoriale per gli infermieri neoassunti e per gli infermieri che si devono inserire in una nuova unità operativa.

Infatti, quello che tutti noi infermieri abbiamo vissuto una volta che siamo entrati nel mondo del lavoro (ospedale, RSA, hospice etc..) è stato al primo impatto una sensazione di smarrimento.

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Spesso è capitato di chiedersi che cosa ci facessimo lì e che cosa dovessimo fare, sentendoci di “peso” per il continuo chiedere agli altri colleghi dove fosse il materiale; di aiutarci nel gestire una certa situazione, il più delle volte ritenuta banale per i nostri colleghi “più esperti”.

Il tutor è fondamentale per il nuovo infermiere soprattutto nelle prime settimane, per aiutarlo prima di tutto a inserirsi nell’equipe e a imparare a interagire con tutti i suoi membri.

Questo articolo però, non vuole definire le caratteristiche del tutor ma vuole fare una panoramica di quella che è la situazione dei tutor clinici in Italia, di come vengono reclutati e se la teoria e la pratica coincidono; cioè se le caratteristiche che deve avere il tutor siano standard oppure se viene scelto in base ad esigenze organizzative.

Dalla letteratura emerge che l’infermiere non può essere costretto a fare il tutor; che la formazione del tutor dovrebbe prevedere un corso apposito su temi legati alla capacità di valutazione, pedagogica e didattica; che il neoassunto dovrebbe essere affiancato possibilmente per 6 mesi, se non fosse possibile almeno per due settimane.

Ma siamo sicuri che accade proprio questo nella realtà?

Da alcuni studi si evince che non sempre il tutor è consapevole che gli verrà affiancato un infermiere neoassunto, ma se lo ritrova in turno con lui il giorno stesso; spesso per esigenze organizzative non viene scelto il tutor in base alle sue capacità, alla sua esperienza, ma in base a come coincidono meglio i turni.

Sempre più spesso, data la carenza di personale sanitario negli ospedali, l’inserimento del neoassunto non segue le “regole teoriche”

.

Infatti nella maggior parte degli ospedali i neoassunti non sono una risorsa in più rispetto all’organico almeno nel periodo dell’inserimento, ma quasi da subito vengono
messi in turno come risorsa principale.

Il tutor quindi ha un surplus di lavoro rispetto al proprio, lo stress aumenta ma nonostante questo le opinioni dei tutor sul proprio ruolo sono per la maggior parte positive.

Infatti, nonostante non ricevano un incentivo in denaro, i tutor vengono apprezzati dal coordinatore (che li ha scelti per questo ruolo) in base al lavoro fatto, al tempo dedicato, alla capacità di valutazione del neoassunto in itinere e al termine del periodo di prova.

L’autostima del tutor aumenta e questo porta a una sempre maggior voglia di aggiornarsi (anche autonomamente) su tecniche sempre innovative e sulle nuove linee guida, sulla capacità didattica nel trovare nella pratica clinica situazioni che possano agevolare il neoassunto nel capire determinate situazioni o procedure, fino a quel momento studiate solo teoricamente.

Penso che si debba fare chiarezza sulla figura del tutor per i neoassunti, dato che se ne sta facendo per il suo ruolo come assistente di tirocinio per gli studenti, in quanto al primo impiego i neoassunti non sono molto diversi dagli studenti del terzo anno di università all’ultimo tirocinio; bisognerebbe seguire meglio i neoassunti in modo che siano pronti a prendersi carico del paziente in un ambiente nuovo.

Penso anche che dopo 7 anni dallo studio che fece Pellegatta nel 2010, riguardo al ruolo e alla funzione dell’infermiere tutor, le cose non siano così cambiate. Il tutor viene visto come una funzione aggiuntiva a quella dell’infermiere, ma non come una figura professionale che in quel momento sta svolgendo un ruolo preciso.

 

Linda Alberti

 

Sitografia
• Tutor clinico tra Università e Azienda Sanitaria: ruolo o funzione per il professionista infermiere? di Chiara Pellegatta (2010) www.ipasvi.it
• Il tutor clinico nel contesto di evoluzione della formazione infermieristica
di Anna Laura Formenton (2005) collegioipasvimi.mioserver.it
• Inserimento del neo-assunto nella unità operativa di Fabio Mazzufero web.unimol.it

Redazione Nurse Times

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