Tesi di Laurea - NeXT

La dott.ssa Sepe presenta la sua tesi sul processo assistenziale infermieristico nel sistema di donazione e trapianto cardiaco

Grande successo per il nostro progetto editoriale denominato NeXT che permette ai neolaureati in medicina, infermieristica e a tutti i professionisti della sanità di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale. 

Sono numerose le tesi di laurea che quotidianamente arrivano all’attenzione della nostra redazione (redazione@nursetimes.org).

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Ricordiamo che ogni pubblicazione su NurseTimes è spendibile nei concorsi e avvisi pubblici.

La dott.ssa Adriana Sepe laureatasi presso l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” presenta ai nostri lettori la sua tesi di laurea in infermieristica.

ABSTRACT

Il trapianto d’organo è una terapia consolidata che permette di curare persone affette da patologie gravi, in stato avanzato, per le quali non sono disponibili altre terapie e la cui attesa di vita e la qualità della stessa è fortemente compromessa. Con il trapianto è possibile così non solo salvare la vita ma anche consentire in molti casi la ripresa di una vita normale.

Per qualsiasi tipologia di trapianto è necessaria la disponibilità di organi, cellule e tessuti prelevati da persone in vita o da cadavere (donatore).

A tutti i cittadini maggiorenni è data la possibilità di dichiarare il loro consenso o dissenso in materia di donazione di organi e tessuti dopo la morte mediante:

  • Registrazione della propria volontà presso l’Asl di riferimento o il medico di famiglia, attraverso un apposito modulo. Questa dichiarazione è registrata nel Sistema Informativo Trapianti che è consultabile dai medici in modo sicuro e 24 ore su 24;
  • All’anagrafe del comune, nel momento del rilascio o del rinnovo della carta d’identità;
  • Compilazione del tesserino blu del ministero della salute o del tesserino di una delle associazioni del settore;
  • Attraverso la compilazione dell’atto olografo dell’associazione italiana donatori di organi;
  • Scrivendo di proprio pugno una dichiarazione su un foglio bianco, detta anche atto olografo, completo di firma e data. Questa dichiarazione va conservata tra i documenti personali.

La donazione di organi, tessuti e cellule è un atto cosciente, consapevole, informato, volontario, solidale, etico, anonimo e gratuito. Avviene nel rispetto della privacy sia del donatore sia del ricevente.

È concesso donare tutti gli organi e tessuti tranne il cervello e gli organi riproduttori. Gli organi e i tessuti che possono essere donati in vita sono il sangue, il midollo osseo, il rene e il fegato (segmenti), quelli da cadaveri, comprendono le cornee, la cute, il cuore, i polmoni, il fegato (in toto), il pancreas e l’intestino. In questo caso la donazione è regolamentata dalla legge 91 del 1999 dopo l’accertamento della morte regolamentata dalla legge 578 del 1993 la quale cita “la morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo”.

Alcuni trapianti (come ad esempio quello di cuore, polmoni e fegato) costituiscono interventi salvavita, mentre altri (come il trapianto di rene) costituiscono un’alternativa terapeutica (per i malati, ad esempio, che altrimenti dovrebbero sottoporsi a dialisi) oppure un netto miglioramento della qualità della vita.

Oltre al trapianto di organi esiste anche quello di tessuti omologhi, ossia dello stesso tipo di quello da sostituire ma proveniente da un’altra persona.

Il trapianto di organi e tessuti si differenziano non solo per la parte trapiantata ma anche per il fattore “tempo” che è importantissimo negli organi, ma non ha la stessa emergenza per i tessuti.

Il trapianto di tessuti viene definito come “migliorativo”, cioè una proceduta in grado di migliorare la qualità di vita del paziente ed è preferibile a protesi biologiche o materiali artificiali.

Il trapianto è un intervento di chirurgia gratuito in quanto rientra nei LEA (livelli essenziali di assistenza).

L’obiettivo del piano assistenziale infermieristico è quello di attuare tutte le procedure necessarie per prevenire l’insorgenza di infezioni e la sofferenza ischemica-anossica degli organi. Successivamente si procede con la preparazione e il trasferimento del donatore in sala operatoria.

Il nursing è l’assistenza al mantenimento, recupero e promozione della salute e pone interesse ai problemi fisiopatologici e psico-sociali della malattia, con un approccio olistico. L’importanza del ruolo dell’infermiere in questo particolare processo viene definita anche dal codice deontologico all’articolo 40, che così recita “L’infermiere favorisce l’informazione e l’educazione sulla donazione di sangue, tessuti e organi quale atto di solidarietà e sostiene le persone coinvolte nel donare e nel ricevere”.

Con il passare degli anni e con la crescita professionale si è sviluppata la figura dell’infermiere coordinatore in tale ambito grazie all’attuazione del Master di I livello in “Coordinamento infermieristico di donazione e trapianto di organi e tessuti”. Le aree di responsabilità sono: assistenziale, organizzativa, relazionale e educativa-formativa.

DONAZIONE DI CUORE

La donazione di cuore viene effettuata da donatori in stato di morte celebrale, di solito con un’età<60 anni ma in alcuni casi specifici, si può anche superare questo limite. Tutti i donatori sono sottoposti a controlli per escludere malattie virali e batteriche, come epatite B e C e AIDS.

Non devono essere presenti patologie importanti ad organi ed apparati. I medici devono accertare che non ci siano infezioni, condizioni di tossicosi o di avvelenamento; il cuore del donatore deve essere in perfette condizioni, non avere malattie pregresse, traumi cardiaci, aritmie o ipotensione marcata, con funzione cardiaca e polmonare normali e nessuna storia di coronaropatie o altre cardiopatie.

Aspetto molto importante è che donatore e ricevente devono essere compatibili per gruppo sanguigno AB0 e per le dimensioni del cuore. Deve esserci compliance alla terapia medica e, inoltre, stabilità psicosociale e un adeguato supporto familiare.

Per la valutazione del donatore di cuore andremo ad effettuare:

  • Esame fisico ed anamnestico;
  • Elettrocardiogramma;
  • RX torace;
  • Emogasanalisi;
  • Test di laboratorio (AB0, HIV, HBV, HCV);
  • Consulenza cardiologica (ecocardiogramma ed in casi selezionati una coronografica).

I criteri basilari per la donazione di cuore sono:

  • PA> 60-70 mmHg;
  • PVC 6-12 mmHg;
  • Dopamina < 10 γ /kg/min;
  • Assenza di alterazioni ischemiche del tracciato ECG;
  • Assenza di patologie valvolari e di anomalie della contrattilità all’ecocardiogramma.

I medici hanno l’onere di scegliere il momento giusto per il trapianto; un tempo più lungo o più breve potrebbe causare danni anche irreversibili all’organo.

STORIA DEL TRAPIANTO

La storia del trapianto inizia nel 1900 con la messa appunto della tecnica di anastomosi artero-venosa e con la scoperta dei gruppi sanguigni, i quali hanno portato successivamente con gli studi di Peter Medawar all’importanza della compatibilità tissutale tra donatore e ricevente. In questo momento ha inizio lo studio dell’immunologia dei trapianti e la successiva sperimentazione clinica nell’uomo.

Nel 1954 è stato effettuato il primo trapianto clinico, un trapianto di rene, eseguito a Boston, tra due gemelli monozigoti. Questo intervento riuscì grazie sia ai presupposti scientifici che la ricerca aveva prodotto, sia all’identità genetica tra donatore e ricevente.

Tale operazione ha fornito l’esperienza per tutti gli altri tipi di trapianto.

Nel 1963 fu effettuato il primo trapianto di fegato da Thomas Starzl a Denver.

Nel 1966, invece, il primo trapianto di pancreas venne attuato da Richard Lillehei e da William Kelly a Minneapolis.

Il problema del rigetto però in quegli anni non era ancora risolto. La svolta giunse solamente nel 1970 con la scoperta, da parte di ricercatori del gruppo farmaceutico svizzero Sandoz, del principio attivo ciclosporina, in grado, come provato in seguito, di ridurre la reazione di rigetto inibendo il sistema immunitario.

All’inizio del 1980 venne omologato il primo medicamento a base di ciclosporina, che portò a un considerevole incremento del numero di trapianti.

STORIA DEL TRAPIANTO CARDIACO

Il primo trapianto di cuore è stato effettuato dal medico Christiaan Barnard a città del Capo, in Sudafrica.

La notte tra il 2 e il 3 dicembre del 1967 fu ricoverata una giovane donna in coma irreversibile, il cui cuore venne impiantato ad un uomo affetto da scompenso cardiaco in fase terminale. L’intervento durò altre cinque ore, riuscì perfettamente, tuttavia per complicanze respiratore il paziente morì dopo 18 giorni.

Successivamente, un secondo trapianto venne eseguito, condotto da Barnard, ed in questo caso la sopravvivenza fu di 18 mesi. Proprio il successo di questo secondo intervento aprì la strada ai trapianti di cuore.

Nel 1968 iniziò il programma clinico a Stanford per la ricerca sui trapianti di cuore. Nel 1972 si ebbe l’introduzione della biopsia endocardica per la monitorizzazione del rigetto acuto, che era uno dei problemi più frequenti nel periodo post-trapianto; solo parzialmente risolto con l’introduzione della ciclosporina come farmaco antirigetto nel 1980.

In Italia il primo trapianto fu effettuato nel 1985 da Vincenzo Gallucci presso l’Ospedale di Padova.

Il primo trapianto di cuore a Napoli fu eseguito il 15 gennaio del 1988 presso il centro trapianti dell’ospedale Monaldi, dall’equipe di Cardiochirurgia diretta dal Prof. Maurizio Cotrufo, il quale si recò personalmente a Barcellona a ritirare l’organo resosi disponibile. Rientrato rapidamente in sede l’intervento venne eseguito con successo nel cuore della notte, consentendo al paziente di sopravvivere a lungo, nonostante le molteplici patologie che lo affliggevano.

Adriana Sepe

Allegato

Tesi: “Il processo assistenziale infermieristico nel sistema di donazione e trapianto cardiaco: stato dell’arte”

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