A seconda della gravità dell’infrazione commessa, il dipendente può andare incontro a:
Qualora il dipendente commetta un’infrazione, l’azienda ha l’obbligo di inviare una contestazione scritta di addebito entro un termine variabile, in base al contratto collettivo di riferimento, a partire da quando l’azienda è venuta a conoscenza del fatto.
Dopo l’analisi delle memorie del lavoratore, il procedimento disciplinare deve concludersi nei tempi previsti dal contratto lavorativo di riferimento con un’archiviazione o, in caso contrario, con l’irrogazione della sanzione specifica..
Se non viene portato a termine entro quella data, il procedimento decade.
E’ prevista la possibilità di avviare un procedimento conciliativo con l’Azienda, in seguito ad irrogazione di una sanzione, entro i 5 giorni successivi alla stessa.
Ad ogni modo, è possibile, prima di ricorrere al giudice del lavoro, richiedere alla Direzione Provinciale del lavoro, l’impugnazione della sanzione stessa, con l’istituzione di un collegio arbitrale, composto da una parte nominata dal lavoratore, una parte nominata dal datore di lavoro e una parte nominata dalla DPL, con funzione di Presidente della commissione stessa.
Il procedimento disciplinare non ha più alcun effetto superati i 2 anni dalla sanzione. Sempre in base a quanto previsto dallo Statuto dei lavoratori.
La procedura disciplinare è un ambito molto delicato che può andare ad influire, se non correttamente gestito, sulla propria carriera, sulle possibilità professionali e, talvolta, anche sullo stipendio del lavoratore stesso. Molti sono i vizi che si possono nascondere dietro ad un provvedimento disciplinare e molte le possibili soluzioni per andare a contestare un procedimento disciplinare: il nostro consiglio è quello di affidarsi sempre a professionisti formati che siano in grado di aiutarvi a gestire questo momento con professionalità e serenità.
Carmelo Rinnone
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