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Eseguivano esami ematici a pazienti privati facendoli risultare ricoverati. Ventisei denunce tra medici e infermieri

In una recente serie di verifiche sulla gestione delle liste d’attesa e delle prenotazioni sanitarie in diverse strutture mediche, sono emerse gravi accuse di corruzione e carenza di personale medico specializzato. Ventisei professionisti, tra medici e infermieri, sono stati denunciati dai Nas in seguito a queste indagini.

Le accuse riguardano un’ampia gamma di reati, tra cui falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato e interruzione di pubblico servizio.

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Tuttavia, ciò che rende questa situazione particolarmente sconcertante è il fatto che nove medici tra gli indagati sono stati accusati di favorire conoscenti e pazienti privati, alterando deliberatamente le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie.

In uno dei casi scoperti, un medico radiologo è stato sorpreso a svolgere attività privata presso un altro ospedale mentre era in malattia. Inoltre, due infermieri sono stati denunciati per aver effettuato esami ematici a favore di pazienti privati e aver attestato falsi ricoveri.

Le indagini hanno coinvolto la revisione di 3.884 liste di attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali, visite mediche specialistiche ed esami diagnostici legati al S.S.N. In ben 195 casi, le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte illegalmente.

Un altro aspetto preoccupante emerso dalle verifiche è stata la gestione inefficace delle liste d’attesa. Oltre 118 situazioni di affanno nella loro gestione sono state identificate, spesso dovute alla mancata suddivisione dei tempi riservati alle prestazioni in classi di priorità nelle agende giornaliere dei medici specialisti. Molte prenotazioni erano state semplicemente accodate in liste d’attesa ordinarie, causando ritardi e disagi per i pazienti.

Tra le cause principali degli sforamenti nei tempi di attesa, su 761 agende esaminate, vi erano carenze funzionali ed organizzative nelle strutture ospedaliere e ambulatoriali. Inoltre, la carenza di personale medico e tecnico specializzato, unitamente alla mancanza di fondi adeguati e attrezzature, ha contribuito a rallentare ulteriormente le prestazioni sanitarie.

L’indagine ha portato alla scoperta di 23 unità operative e ambulatoriali con prenotazioni sospese per l’erogazione di prestazioni specialistiche ambulatoriali e strumentali, spesso gestite tramite registri cartacei anziché il sistema informatico del Cup.

Questo scandalo mette in evidenza la necessità di una maggiore trasparenza e controllo nella gestione delle liste d’attesa e delle prenotazioni sanitarie, nonché la necessità di investire nelle risorse umane e logistiche necessarie per garantire un accesso equo e tempestivo alle cure mediche per tutti i cittadini.

Redazione NurseTimes

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