In seguito all’approvazione della Legge di Bilancio 2018 vengono fortemente discriminati gli infermieri e tutto il comparto sanitario
Attraverso un emendamento viene finanziata la Retribuzione Individuale di Anzianità per la sola dirigenza medica, sanitaria e veterinaria.
La Legge approvata, contrariamente alle previsioni e vincoli di spesa per il rinnovo di tutti i contratti del pubblico impiego, grazie all’emendamento presentato in commissione Bilancio e Tesoro della Camera (presieduta dall’on. Francesco Boccia) dal responsabile per il PD delle politiche della salute Federico Gelli (medico), finanzia e ripristinata la retribuzione individuale di anzianità (RIA) esclusivamente per la classe medica per ben 240 milioni di euro!
La proposta di modifica n. 41.65 al testo del DDL per riferimento all’articolo n. 41 del ddl di Bilancio presentato il 18 dicembre c.a. in V Commissione Bilancio e Tesoro della Camera da Federico Gelli e altri 27 cofirmatari, prevalentemente del PD (19), affiancati nella proposta da cui alcuni parlamentari 5 Stelle (4), della Lega (2), gruppo misto (1), Fratelli d’Italia (1) e da un Medico (Rocco Palese, di Forza Italia), in evidente conflitto d’interessi.
La legge di bilancio 2018, in corso di pubblicazione, all’art. 1, co. 435 così stabilisce:
“Al fine di valorizzare il servizio e la presenza presso le strutture del Servizio sanitario nazionale del personale della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria e di attenuare gli effetti finanziari correlati alla disposizione di cui all’articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75, con riferimento alla retribuzione individuale di anzianità, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato di 30 milioni di euro per l’anno 2019, di 35 milioni di euro per l’anno 2020, di 40 milioni di euro per l’anno 2021, di 43 milioni di euro per l’anno 2022, di 55 milioni di euro per l’anno 2023, di 68 milioni di euro per l’anno 2024, di 80 milioni di euro per l’anno 2025 e di 86 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026. Le risorse di cui al primo periodo sono destinate a incrementare il Fondo per il trattamento economico accessorio della dirigenza medica, sanitaria e veterinaria. Conseguentemente, il Fondo di cui al comma 624 è ridotto di 30 milioni di euro per l’anno 2019, di 35 milioni di euro per l’anno 2020, di 40 milioni di euro per l’anno 2021, di 43 milioni di euro per l’anno 2022, di 55 milioni di euro per l’anno 2023, di 68 milioni di euro per l’anno 2024, di 80 milioni di euro per l’anno 2025 e di 86 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.
La Commissione Bilancio favorisce la classe dirigenziale medica, sanitaria e non sanitaria costituita da appena 150 mila dipendenti concedendo 240 milioni di euro, negando ingiustificatamente invece i 20 milioni di euro della RIA agli infermieri, ed altre figure professionali del comparto del SSN.
Un riconoscimento quello del RIA per i soli dirigenti che arriva all’indomani dello sciopero dei medici, supportato dalla lobby che siede in parlamento ha avuto l’effetto di un aumento di 240 milioni di euro, sui fondi accessori a partire dal 2019.
Invitiamo tutte le OO.SS, ad opporsi a questa vergogna inaccettabile che rischia di incrinare i rapporti tra politica e professionisti della sanità, anche attraverso uno sciopero di tutto il comparto sanità.
Invitiamo altresì tutti gli Enti ordinistici di rappresentanza infermieristica a far fronte comune nel pretendere il giusto riconoscimento economico.
Una discriminante che difficilmente potrà essere dimenticata dagli infermieri chiamati ad esprimersi alle prossime imminenti elezioni politiche.
Invitiamo pertanto le delegazioni sindacali impegnati presso l’Aran nelle trattative del rinnovo contrattuale a non accettare la deroghe inumane sull’orario di lavoro, alla riduzione dei diritti attuali sanciti dalla comunità europea e dalla costituzione ed agli incarichi funzionali a tempo.
La soluzione per riportare in equilibrio questa grave discriminazione nei confronti degli infermieri sarebbe quella di approvare la stessa indennità (RIA) per il comparto, attraverso un finanziamento dei fondi accessori del comparto da parte delle regioni.
I firmatari dell’emendamento:
Loro sono i parlamentari firmatari dell’emendamento che discrimina gli infermieri; gli stessi che tra qualche mese chiederanno il consenso alle prossime votazioni politiche.
Gli infermieri sapranno scegliere a chi dare il proprio consenso!
Un ulteriore regalo alla stessa famiglia professionale, che grazie alla legge di Stabilità del 2015 avevano già beneficiato dello sblocco dell’indennità di esclusività (VEDI), bloccata nel 2010 dalla legge 122, articolo 9, comma 21 (VEDI).
Perché il passaggio da collegio ad Ordine non può diventare un alibi per questa classe politica per gratificare economicamente sempre la stessa famiglia professionale!
Gli infermieri non subiranno quest’ulteriore ingiustizia!
Giuseppe Papagni
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