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Incidente nucleare in Russia: nessuno ha avvisato medici e infermieri della radioattività dei pazienti. Un contaminato da Cesio-137

Nuove drammatiche indiscrezioni emergono in seguito al l’incidente accaduto l’8 agosto presso la base missilistica militare di Nynoska e a fornirle sarebbero fonti interne all’ospedale presso il quale sono stati ricoverati i feriti coinvolti.Dopo i test eseguiti sugli operatori sanitari in servizio presso il nosocomio russo, per uno di loro sarebbe stato trovato un isotopo radioattivo, ma secondo il ministero della Sanità “i livelli sono accettabili”.

Continuano ad emergere informazioni poco chiare in seguito all’incidente avvenuto nella base militare situata nell’estremo settentrione del territorio russo. Nonostante le autorità russe continuino a minimizzare sulle conseguenze per gli operatori sanitari che, ignari del pericolo radioattivo, hanno assistito i feriti, continuano ad arrivare nuove frammentarie notizie.Tre pazienti sarebbero arrivati presso l’ospedale di Arkangelesk subito dopo l’incidente. Gli infermieri che li hanno accolti hanno parlato di “persone completamente nude avvolte in sacchi di plastica traslucidi”: nessuno aveva però comunicato al personale che fossero radioattivi.Nonostante la mancanza di informazioni, lo stato clinico dei pazienti ha subito destato sospetti nei sanitari, riporta il Moscow Times.

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Dopo aver richiesto ulteriori particolari sul grave incidente, medici e infermieri sono riusciti a sapere solo che si trattasse di vittime di un’esplosione in un sito militare.
“Nessuno – né i direttori dell’ospedale, né i funzionari del ministero della Sanità, né i funzionari regionali o il governatore – ha informato il personale che i pazienti erano radioattivi”, ha raccontato uno dei chirurghi che ha trattato i feriti


“I dipendenti dell’ospedale avevano i loro sospetti, ma nessuno ha detto loro di proteggersi”.

Quattro medici dell’ospedale hanno successivamente rilasciato dichiarazioni sull’accaduto, raccontando che il personale fosse furioso e sotto shock per le modalità di gestione della situazione.

I medici hanno accettato di essere intervistati solo a condizione che venisse mantenuto l’anonimato, vista l’attenzione riservata dai servizi di sicurezza russi sull’incidente.


Diversi medici e infermieri in servizio nel giorno dell’esplosione sono stati trasferiti a Mosca per essere sottoposti a test specifici per determinare un eventuale contagio.


Inizialmente 60 dipendenti avevano accettato l’offerta delle autorità, ma infine solo due gruppi di professionisti è stato autorizzato a partire per in direzione capitale russa. 


Le informazioni appaiono nuovamente discordanti in merito ai risultati dei test: nel tessuto muscolare di uno dei medici sarebbe stato riscontrato il Cesio-137, un isotopo radioattivo sottoprodotto della fissione nucleare dell’uranio-235. 


A riportarlo è stata una delle fonti del Moscow Times che ha affermato come il medico interessato glielo abbia riferito direttamente, pur non essendo a conoscenza della quantità o della concentrazione dell’isotopo rinvenuto.
Ma ancora una volta è intervenuto l’ufficio stampa del ministero della Sanità russo che attraverso una nota ha affermato che l’Agenzia Federale Biomedica Russa (FMBA), dopo aver esaminato 91 medici dell’ospedale clinico regionale, abbia dichiarato che “nessuno ha mostrato un eccesso dei livelli accettabili di radioattività“. 


I medici e gli operatori sanitari che hanno prestato soccorso dopo l’incidente, si legge nella nota del ministero riportata da Interfax, sono stati esaminati su istruzione del ministro della Sanità russo Veronika Skvortsova. 


Un ulteriore gruppo composto da 20 operatori sanitari è stato sottoposti ad uno speciale esame aggiuntivo nel Centro medico biofisico federale Burnasyan di Mosca. Durante l’esame è stato utilizzato uno spettrometro e non sarebbero emersi livelli di sostanze radioattive superiore alla norma. “La salute degli operatori sanitari continua a essere monitorata“, ha concluso il servizio stampa.

Simone Gussoni

Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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