Infermiere in Wound Care

Il processo di guarigione delle ferite

E' semplicemente meraviglioso pensare come il nostro corpo reagisce ad ogni avversità in maniera così meticolosa e intricata

E’ semplicemente meraviglioso pensare come il nostro corpo reagisce ad ogni avversità in maniera così meticolosa e intricata

Quando avvengono dei danni lesionali e la nostra pelle viene alterata o ulcerata, inizia una cascata di eventi che si prendono cura del danno del nostro corpo consentendo l’inizio dei processi di guarigione.

Ci sono quattro fasi nella guarigione delle ferite, anche se qualcuno in letteratura parla di tre come un insieme delle prime due fasi.

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Tutte le fasi di guarigione comunque si sovrappongono: nel mentre una si svolge, come un orchestra ben diretta, comincia la successiva e così via fino alla guarigione. Andiamo a vederle insieme:

Emostasi (Arrestare la perdita!)

Emostasi, la fase iniziale, inizia immediatamente dopo le lesioni e dura solo 5-10 minuti. Su infortunio, il tentativo del nostro corpo per fermare quella perdita è attraverso la vasocostrizione, che consente al sanguinamento di rallentare. Appena si verifica la vasocostrizione, le piastrine vengono rilasciate e ci sono perdite di fibrina dai vasi feriti. Le piastrine passano attraverso un processo di aggregazione piastrinica e con la fibrina formano un coagulo che aderisce ai vasi danneggiati. Il risultato finale di questa fase è la formazione di coaguli e la cessazione del sanguinamento. Come discusso in precedenza, tutte le fasi di guarigione della ferita si sovrappongono. Le piastrine quindi rilasciano fattori di crescita, come ad esempio i fattori di crescita di derivazione piastrinica, e citochine chiave che saranno i partecipanti delle prossime fasi di guarigione.

Infiammazione (Chiamare rinforzi di “pulizia”!)

La fase infiammatoria è la seconda fase nella cascata di guarigione e poiché le fasi si sovrappongono, inizia con la ferita. La fase infiammatoria dura 4-6 giorni ed è caratterizzata dalla presenza eritema, calore, edema e dolore. L’obiettivo del nostro corpo a fermare il sanguinamento era quello di creare un coagulo, in seguito abbiamo bisogno di altri componenti al fine di raggiungere l’equilibrio ed essere in grado di pulire la nostro ferita dagli “oggetti” estranei?

I neutrofili sono una delle principali cellule coinvolte in quanto secernono sostanze chimiche per uccidere i batteri e sono poi sostituiti dai macrofagi che aiuteranno a digerire i batteri e qualsiasi altro detrito cellulare. Il modo migliore per descrivere questo processo potrebbe essere quella di immaginare i macrofagi come un gruppo di Pac-Mans mentre mangiano tutti i detriti e provvedono alla pulizia dei dintorni. I macrofagi producono fattori chemiotattici e fattori di crescita, che sono necessari per la riparazione dei tessuti. I macrofagi sono critici nel processo di riparazione poichè giocano un ruolo nel rilascio di fattori di crescita che aumenta il livello di fibroblasti, tutti essenziali per la fase successiva.

Fase proliferativa (Rocostruiamo!)

La fase proliferativa è la terza fase nel processo di guarigione e dura 6-21 giorni. Questa fase è caratterizzata dalla presenza di tessuto di granulazione e infine di epitelizzazione. I fibroblasti sono una cellula chiave in questa fase. I fibroblasti sono responsabili e gettare le basi per una nuova matrice extracellulare (ECM) per il collagene e tessuto di granulazione. In questa fase, passiamo attraverso la proliferazione, la crescita di nuovo tessuto, l’angiogenesi, deposizione di collagene, la formazione di tessuto di granulazione, contrattura delle ferite e la migrazione delle cellule epiteliali. Il tessuto di granulazione consiste nell’ insieme dei macrofagi, fibroblasti, collagene immaturo e vasi sanguigni. L’angiogenesi è la formazione di nuovi vasi sviluppatisi all’interno del tessuto granulare per fornire con sangue e sostanze nutritive. Mentre il tessuto di granulazione si sviluppa, i fibroblasti stimolano la produzione di collagene, che dà forza e struttura al tessuto. Una volta che il deficit è stato riempito con il tessuto di granulazione, i bordi della ferita (o margini) inizierà a contrarsi fino al letto della ferita e ricoperto di epitelio e conseguente presenza di una cicatrice.

Fase di rimodellamento (Rafforziamo!)

Il rimodellamento o anche conosciuto come fase di maturazione è la quarta e ultima fase nella guarigione delle ferite e dura da 21 giorni fino a 2 anni. In questa fase finale e più lunga, la sintesi del collagene è in corso al fine di rafforzare il tessuto. Il rimodellamento avviene con ila continua contrazione  della ferita e le fibre sono in fase di riorganizzazione. L’ulteriore contrazione della ferita da il risultato della cicatrice e arriva a circa l’80% della resistenza della trazione di cute integra. Questo tessuto guarito sarà sempre a maggior rischio di rottura da trazione poiché la pelle non è più al 100% della sua caratteristica tensile rispetto a quella della cute integra. Se la pelle dovesse ri-danneggiarsi sulla stessa area attualmente già al 80%, al termine di questi quattro fasi di guarigione, la trazione della pelle sarà tra 60-70%.

Tipi di chiusura della ferita

La guarigione della ferita si verifica per prima intenzione, secondaria o terziaria. Le ferite che guariscono attraverso l’intenzione primaria, come ad esempio un ferite chirurgiche, si fa riferimento alla pelle dove i bordi vengono avvicinati con l’uso di punti metallici, suture o colla chirurgica.

Questo tipo di ferite guariscono più velocemente, hanno un rischio di infezione minore, hanno la perdita di tessuto minima e guariscono con cicatrici minime. Le ferite lasciate guarire per seconda intenzione, significa che, attraverso la formazione di tessuto di granulazione, contrattura della ferita e la migrazione delle cellule epiteliali, tendono ad essere più di eziologia cronica e a causa del ritardo nella guarigione, sono a un maggiore rischio di infezione. L’ intenzione terziaria o ritardo della prima intenzione, si riferisce a ferite chirurgiche che vengono lasciate aperte per un paio di giorni per consentire l’edema e l’infezione di risolversi e consentire alla ferita di drenare prima della chiusura con suture o graffette.

E ‘semplicemente magico come il nostro corpo reagisce al danno e come siano ben orchestrati gli eventi che seguono. Fino a questo giorno, vedendo l’epitelizzazione di una ferita resta sconvolgente immaginando il risultato finale.

Vi incoraggio nell’utilizzare sempre di più la terminologia “gestione della ferita” e non solo la “cura della ferita”.

Dovremmo educare noi stessi nel capire la pelle, le fasi di guarigione della ferita e il quadro di preparazione del letto della ferita (in quanto non stiamo solo facendo wound care [la cura delle ferite], ma effettuando wound management “gestione della ferita). Stiamo esaminando le ferite a livello cellulare, perché le ferite che presentano ritardo necessitano di una buona conoscenza nella scelta di che cosa dobbiamo fare per aiutare la cascata di guarigione.

Klarida Hoxha

Redazione Nurse Times

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