Gioco d’azzardo: il bilancio a due anni dall’attivazione del Numero Verde

L’Iss ha diffuso i dati sulle telefonate giunte a partire dal 2 ottobre 2017. In tutto sono 4.580, soprattutto da parte di uomini.

Ben 4.580 persone si sono rivolte al Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo (800 558822), inaugurato il 2 ottobre 2017 presso il Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Hanno chiamato soprattutto uomini, l’81%, mentre i famigliari dei giocatori sono per il 48% maschi e per il 52% femmine. Il Lazio è la regione con il più alto numero di contatti (337). Seguono Lombardia (250) e Campania (242). Più della metà degli utenti, il 54%, ha conosciuto il Telefono Verde grazie a internet, più di un terzo (il 38%) grazie a tivù, radio e giornali. Altri canali hanno contribuito in misura minore alla pubblicizzazione
del Numero Verde, tra cui luoghi di gioco (2%) e prodotti di gioco (1%), su cui il Numero verde è presente. Nel decreto del 18 settembre 2018 del Ministero della Salute, infatti, si definisce che i tagliandi cartacei delle lotterie istantanee debbano riportare tra le avvertenze anche la dicitura “Telefono Verde Nazionale 800 55 8822 per i disturbi legati al gioco d’azzardo”. Anche per le lotterie telematiche deve essere visibile in un’area dedicata, attraverso apposita finestra popup sull’interfaccia grafica, la dicitura – tra le altre dedicate alla salute – “Telefono Verde Nazionale 800 55 8822 per i disturbi legati al gioco d’azzardo”. Dal momento della sua attivazione (2 ottobre 2017) al 30 settembre 2019 il servizio ha gestito un picco di telefonate proprio in coincidenza con l’emanazione del DM 18 settembre 2018 (oltre mille telefonate nell’ultimo quadrimestre 2018). L’utenza ha raccolto tutti gli stakeholders coinvolti nella problematica, ma i famigliari e gli amici di giocatori (53%) e i giocatori stessi (44%) sono quelli maggiormente rappresentati. Tra le motivazioni che hanno portato alla decisione di rivolgersi al Telefono Verde, quella più frequente è la richiesta di aiuto per smettere di giocare o far smettere di giocare un proprio caro (73%), unita alla richiesta di informazioni sulle risorse territoriali dedicate alla cura del disturbo da gioco d’azzardo e al sostegno per le problematiche ad esso connesse (64%). In percentuali minori le richieste dell’utenza hanno riguardato una condizione di malessere (16%), il sostegno per il tentativo in corso di smettere di giocare e le informazioni sul servizio (10%) e problemi legati all’aspetto familiare o lavorativo (9%). Le classi di età più rappresentate tra il gruppo utenza giocatori sono 36-45 anni (25,4%) e 46-55 anni (24%), mentre i familiari sono maggiormente rappresentati nella classe di età 56-65 anni (21,7%); a seguire 36-45 anni (20,7%) e 46-55 anni (20,5%). A supporto di familiari e giocatori è presente una rete sul territorio di strutture per il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo. Quelle censite dall’Iss afferiscono al Ssn (50%), a gruppi di auto mutuo aiuto (31%), al privato sociale (14%), a gruppi con facilitatore, spesso operatore di salute (4%). Redazione Nurse Times  
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