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Gambassi Terme (Firenze), paziente psichiatrico lancia scarpa a infermiera

Fp Cgil Firenze denuncia l’aggressione, per fortuna senza gravi conseguenze, subita da un’infermiera in una struttura residenziale a bassa intensità di cura.

In una struttura residenziale a bassa intensità di cura di Gambassi Terme (Firenze) un utente, inserito in un percorso di cura riabilitativo, si è scagliato contro un’infermiera che gli stava somministrando la terapia, lanciandole contro una scarpa e colpendola. Per fortuna la professionista non ha subito gravi conseguenze, ma due operatrici socio-sanitarie sono state costrette a chiamare il 112 per essere aiutate a gestire l’aggressore. Lo rende noto la Fp Cgil.

La malcapitata infermiera è riuscita a fuggire e a mettersi in salvo. Nel frattempo, tramite il 112, è stata attivata la centrale del 118. L’uomo è stato preso in carico e ricoverato nel reparto psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) dell’ospedale di Empoli.

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“Dopo la pandemia gli utenti che necessitano di cure psichiatriche, purtroppo, sono aumentati e presentano aspetti clinici diversi, rispetto alle patologie psichiatriche conosciute finora – spiega Sabrina Leto, referente territoriale di Fp Cgil Firenze –. Si tratta di pazienti spesso giovani, adolescenti in alcuni casi, e alcuni con doppia diagnosi, ovvero soggetti che hanno delle dipendenze associate a disturbi di personalità. Sono di difficile gestione dovuta proprio a momenti di forte aggressività. Nonostante gli operatori sanitari mettano in pratica tecniche relazionali di de-escalation, spesso sfociano in atti di violenza contro di loro ovvero di chi cura rischiando la propria vita”.

Il sindacato mette in evidenza anche un altro elemento importante: “A causa del definanziamento del sistema sanitario nazionale mancano delle strutture residenziali terapeutiche con diversa intensità di cura rivolte ai soggetti con problemi di salute mentale. Spesso sono le Rsd, ovvero residenze sanitarie per la disabilità, che accolgono anche soggetti con patologie psichiatriche, e quelle che al momento ci sono vengono per la maggior parte date in appalto a cooperative, dove il personale necessiterebbe di una formazione specifica per l’assistenza e la cura del paziente psichiatrico”.

Oltre alla specificità della psichiatria – spiega ancora il sindacato –, altre sono le motivazioni che hanno prodotto episodi di aggressione al personale sanitario, soprattutto nel post pandemia: l’allungamento delle liste di attesa per la diagnostica e per le vite specialistiche, i pronto soccorso quasi giornalmente in iperafflusso, la mancanza di posti letto che in estate vengono ridotti per garantire le ferie al personale. Le figure professionali maggiormente coinvolte sono infermieri, medici, operatori socio sanitari, assistenti sociali, educatori, e il 71% che delle persone che hanno subito un’aggressione sono donne”.

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