Regionali

Friuli Venezia Giulia, l’allarme di Fp Cgil: “Continua la fuga di infermieri dall’Asugi. Già 80 dimissioni volontarie nel 2024”

Di seguito una nota di Fp Cgil Friuli Venezia Giulia.

Non si attenua la situazione di crisi e di forte tensione tra il personale di Asugi (Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina, ndr). Se tra la fine del 2021 e del 2023 il confronto tra gli organici vedeva un calo di 97 infermieri, bilanciato solo in piccola parte da un incremento degli oss, dall’inizio del 2024 a oggi si registrano già più di 80 dimissioni volontarie, sempre tra gli infermieri, che accentuano l’esodo di personale verso il privato.

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Molteplici le cause del fenomeno, uno dei principali temi al centro degli incontri con i lavoratori organizzati dalla Funzione pubblica Cgil negli ospedali di Gorizia, Monfalcone e Cattinara nell’ambito della campagna nazionale “Curiamoci di noi”, che sta facendo tappa in Friuli Venezia Giulia.

“Basse retribuzioni, carichi di lavoro estenuanti e le crescenti difficoltà della conciliazione tra lavoro e vita privata sono le ragioni di una fuga che non dà segnali di rallentamento”, spiegano Francesca Fratianni e Alessandro Crizman, della Fp Cgil.

Il buco di organico supera i 100 infermieri, “pari all’organico di cinque reparti”, commentano ancora Fratianni e Crizman. “Il privato – proseguono – garantisce orari certi e turni meno gravosi. Per questo la fuga prosegue, aggravata da un’età media del personale che continua a crescere, per effetto del ridotto turnover, dal basso livello delle retribuzioni, erose dall’inflazione, e dall’incertezza delle risorse economiche che dovrebbero incentivare il lavoro usurante delle notti e dei festivi. Tra i lavoratori di Asugi ci sono scontento e rabbia, e un’azienda che è sempre stata punto di riferimento, con eccellenze come la chirurgia toracica, la cardiologia, l’iperbarica, soffre sempre più questa situazione”.

Le difficoltà nella conciliazione tra lavoro e vita privata e le basse retribuzioni sono tra le cause che hanno fatto precipitare a livelli minimi, nel giro di pochi anni, l’attrattività delle professioni sanitarie. Concorsi

che fino a pochi anni fa vedevano un numero di partecipanti, in rapporto 10 a 1 rispetto ai posti disponibili, oggi vedono addirittura un numero di candidati inferiore a quello dei potenziali assunti. E pesano anche gli errori di strategia nell’organizzazione dei percorsi universitari e formativi, a lungo condizionati dalla spada di Damocle del numero chiuso.

Da qui l’appello della Cgil per un radicale cambiamento di strategia, nel segno del rilancio degli investimenti sulla sanità pubblica, a partire dalla trattativa in corso sul Contratto 2023-2025. Trattativa che parte in forte salita, se è vero che le risorse stanziate dal Governo prevedono aumenti medi a regime inferiori al 6%, a fronte di un tasso d’inflazione che nel triennio passato ha superato il 15%.

Di Contratto, ma anche dei temi locali che riguardano più specificamente i dipendenti di Asugi e del Burlo, si è parlerato ieri pomeriggio nell’assemblea convocata dalla Fp Cgil nell’Istituto di via dell’Istria, che ha concluso la prima giornata della campagna in Friuli Venezia Giulia. Oggi il seguito, con le tappe a Pordenone e Udine.

Redazione Nurse Times

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