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Fials Milano: “Crisi della professione infermieristica correlata a crescente rischio suicidi”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Fials Milano.

A pochi giorni dal suicidio di un infermiere a Bologna, causato dallo stress lavorativo, Fials Milano lancia un grido d’allarme sui dati preoccupanti che indicano una crisi profonda nel settore infermieristico in Italia, accompagnata da un crescente rischio suicidi tra i professionisti sanitari.

Secondo il report Fnopi, basato sui dati OCSF Health at a Glance, l’Italia è in una situazione critica rispetto ad altri Paesi europei per il numero di infermieri attivi. Nel nostro Paese se ne contano solo 6,3 ogni mille abitanti, contro gli 11,3 della Francia e i 12,1 della Germania. Questa carenza è aggravata da retribuzioni inferiori del 19% rispetto alla media Ue, con stipendi che non riflettono l’impegno e le difficili condizioni lavorative dei professionisti italiani.

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Il numero di neolaureati in Scienze infermieristiche è altrettanto preoccupante. Si contano solo 17 laureati ogni 100mila abitanti, rispetto alla media europea di 43. Inoltre le domande per accedere alla professione sono calate drasticamente, passando dalle 46mila del 2010 alle circa 21mila del 2024, segno della ridotta attrattività della professione.

Mauro Nobile, segretario generale di Fials Milano, ha dichiarato: “Il nostro sistema sanitario è in grave difficoltà. I numeri parlano chiaro: siamo di fronte a una crisi senza precedenti. Dobbiamo agire subito per valorizzare il personale e adeguare le retribuzioni. Gli infermieri affrontano un carico di lavoro eccessivo, e questa situazione non è più sostenibile. La salute e il benessere dei professionisti devono essere una priorità per garantire un sistema sanitario efficiente”.

Fials Milano sollecita un intervento immediato per migliorare le condizioni di lavoro e incentivare nuovi ingressi nella professione. Servono adeguamenti contrattuali, formazione continua e opportunità di crescita professionale. Il reclutamento di infermieri da Paesi extra UE non è una soluzione strutturale: sono necessari investimenti per migliorare l’accesso ai servizi abitativi, come affitti calmierati e l’inclusione dei professionisti sanitari nelle graduatorie per l’assegnazione delle case pubbliche.

L’allarme suicidi tra i professionisti sanitari

Un ulteriore problema riguarda l’aumento del rischio suicidio tra il personale sanitario. Secondo uno studio condotto da Foad Aodi, presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, il tasso di suicidi tra i professionisti sanitari è di 21 ogni 100mila abitanti, rispetto ai 12,6 della popolazione generale. Gli infermieri e gli operatori socio-sanitari sono tra i più colpiti, con un tasso di 16,2 suicidi ogni 100mila abitanti, mentre per i medici si attesta a 13. Le donne, in particolare, sono esposte a maggiori rischi a causa del doppio carico familiare e professionale e delle condizioni di lavoro estenuanti.

L’ennesima tragedia avvenuta a Bologna, dove un infermiere si è tolto la vita dopo aver denunciato lo stress legato ai turni massacranti, getta luce su un fenomeno sempre più drammatico. Il collega aveva manifestato da tempo un malessere crescente a causa delle condizioni di lavoro inaccettabili, esasperate da carenze di personale e turni insostenibili.

Vincenzo Chianese, responsabile della comunicazione di Fials Milano e componente della segreteria provinciale, ha aggiunto: “Il numero di suicidi tra infermieri e medici è un segnale di allarme che non possiamo ignorare. È inaccettabile che chi si prende cura della salute degli altri debba vivere in condizioni di stress tali da mettere a rischio la propria vita. Occorrono interventi strutturati che includano supporto psicologico e misure preventive adeguate. Dobbiamo proteggere la salute mentale e fisica dei professionisti, perché senza di loro l’intero sistema sanitario collasserebbe”.

La tragica notizia di Bologna non è un caso isolato. La pressione psicologica e fisica cui è sottoposto il personale sanitario richiede risposte concrete e immediate da parte delle istituzioni e del sistema sanitario nazionale. Fials Milano chiede quindi interventi urgenti per migliorare le condizioni lavorative e retributive e fornire un supporto psicologico efficace, affinché i professionisti possano lavorare in un ambiente sicuro e dignitoso.

Redazione Nurse Times

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