Nei giorni scorsi un’equipe guidata dal professor Sergio Gentilli, docente di Chirurgia generale del Dipartimento di Scienze della salute dell’Università del Piemonte Orientale e direttore della Struttura complessa a direzione universitaria di Chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Maggiore della Carità di Novara, ha condotto con successo un complicato intervento di ricostruzione dell’esofago, mai affrontato in passato nelle strutture del nosocomio novarese.
“Questa procedura – spiega Gentilli – si adotta raramente poiché sono pochissimi i pazienti che sopravvivono alle gravi patologie che la renderebbero necessaria, come per esempio esofago compromesso da caustici, fistole esofago-aortiche, traumi e rotture spontanee dell’esofago, situazioni cliniche che portano a una ricostruzione della via digestiva sempre molto dilazionata con trasposizione degli organi in sede extra-anatomica”.
Dopo una serie di trattamenti “conservativi” falliti, consigliati dalla letteratura internazionale, l’equipe del professor Gentilli aveva riscontrato la comparsa di una comunicazione tra aorta ed esofago (fistola su endoprotesi), condizione che aveva portato alla necessità di eseguire una parziale esofagectomia e l’asportazione totale dello stomaco, a cui pochi giorni dopo era seguito un intervento di sostituzione dell’aorta toracica con una protesi eseguita dal professor Mauro Rinaldi, direttore della Cardiochirurgia all’Aou Citta della Salute e della Scienza di Torino – Ospedale Molinette.
“Dal mese di maggio 2023 – continua Gentilli – il decorso post-operatorio della paziente è stato molto travagliato”. A lungo ricoverata presso il reparto di Malattie infettive del Maggiore, la paziente è sopravvissuta solo grazie a una sonda di alimentazione enterale, trachestomia, e aveva esteriorizzato al collo l’esofago rimanente.
“Dal 7 ottobre 2024 – conclude il docente – la nostra paziente ha ripreso finalmente l’alimentazione per bocca e può guardare al futuro con una speranza e una qualità di vita decisamente migliori. Desidero ringraziare tutto lo staff di professioniste e professionisti che ha reso possibile questo intervento. Senza di loro e senza la rete di competenze del sistema sanitario regionale, questo approccio innovativo alla chirurgia non sarebbe stato possibile”.
Redazione Nurse Times
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