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Esame delle urine: come e quando eseguirlo, interpretazione dei risultati

L’analisi delle urine può essere necessaria per valutare i disturbi dei reni e delle vie urinarie e può anche aiutare a valutare i disturbi sistemici come il diabete o problemi epatici. Un campione di urina viene generalmente raccolto usando un metodo sterile o un altro metodo similmente sterile.

Per diagnosticare le infezioni delle vie urinarie, si esegue un’urinocoltura, ovvero la coltura in laboratorio dei batteri presenti in un campione di urina. Le colture di batteri non rientrano nelle normali analisi delle urine. Il campione di urina deve essere ottenuto in maniera sterile o inserendo per breve tempo un catetere sterile attraverso l’uretra nella vescica.

Il Test

Le prime urine del mattino sono le più concentrate e per questo motivo sono le più adatte per eseguire l’analisi. Tuttavia, se il medico vuole accertare qualcosa in particolare, può chiedere di raccoglierle in un momento specifico della giornata: per esempio, è preferibile cercare la presenza di glucosio nelle urine raccogliendole dopo i pasti mentre per verificare se siano presenti bassi livelli di proteine ​​è consigliabile utilizzare le prime urine del mattino.

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Al fine di ottenere dei risultati affidabili, al momento della raccolta del campione è necessario prendere alcune precauzioni per ridurre al minimo la possibilità di contaminarlo con batteri e con cellule superficiali della pelle (cellule epiteliali).

In particolare, le donne dovranno fare attenzione a non inquinarlo con i batteri presenti nella normale flora vaginale. Per evitare che ciò accada è consigliabile lavare bene la zona genitale con sapone (non antibatterico), risciacquarla accuratamente con acqua e asciugarla con una salvietta pulita prima della raccolta delle urine. Subito dopo la pulizia, bisogna urinare direttamente nel contenitore sterile avendo cura di non appoggiarlo alla pelle e evitando di raccogliere la prima fuoriuscita di urina.

Se dovrà passare più di un’ora tra la raccolta delle urine e l’arrivo al laboratorio, sarà necessario conservare il contenitore, ben chiuso, in frigorifero fino al momento del trasporto al laboratorio di analisi.

Prelievo sterile di un campione di urine nell’uomo


1. Il glande nell’uomo e il meato uretrale esterno nella donna vengono solitamente detersi con piccole salviette igienizzanti, contenenti soluzioni antisettiche.

2. Gli uomini non circoncisi dovrebbero ritirare il prepuzio per pulire la testa del pene. All’atto della minzione, le prime gocce di urina vengono lasciate cadere nel bagno, per consentire la detersione dell’uretra.


3. La minzione prosegue e il resto dell’urina viene raccolto in un contenitore sterile. Generalmente il campione utile coincide con il mitto intermedio, cioè con la parte di urina che precede il termine della minzione.

L’urina è prodotta dai reni che, oltre a filtrare il sangue, aiutano a regolare la quantità di acqua presente nel corpo e trattengono proteine, elettroliti e altri composti che possono essere utili all’organismo. Tutto ciò che non è necessario è eliminato attraverso le urine.

Mediante la rilevazione di anomalie nella composizione e nella quantità di alcune sostanze presenti nelle urine, possono essere individuate (diagnosticate) molte malattie in fase iniziale (precoce).

Livelli elevati di glucosio, proteine, bilirubina, globuli rossi, globuli bianchi, cristalli e microrganismi possono essere presenti nelle urine quando:

  • le loro concentrazioni nel sangue sono troppo elevate
  • i reni filtrano meno efficacemente
  • è presente un’infezione

L’ esame delle urine completo consiste di tre fasi distinte:

  • esame visivo, valuta il colore, la trasparenza e la concentrazione delle urine
  • esame chimico, verifica la presenza di alcune di sostanze che forniscono informazioni preziose sulla salute o su eventuali malattie
  • esame microscopico del sedimento urinario, identifica e quantifica i tipi cellulari, i cilindri, i cristalli e altri componenti, come microrganismi e muco, che possono essere presenti nelle urine

L’esame può essere richiesto dal medico in diverse situazioni:

  • controllo generale
  • ricovero in ospedale
  • preparazione a un intervento chirurgico
  • sospetta gravidanza

Deve essere eseguito in presenza di:

  • dolori addominali o mal di schiena
  • bisogno frequente di urinare (minzione) o dolore mentre si urina
  • sangue nelle urine

Gli esami chimici ricercano proteine, glucosio (zucchero), chetoni, sangue e altre sostanze.

Il campione di urina può essere analizzato al microscopio alla ricerca della presenza di globuli rossi e bianchi, cristalli e cilindri (così chiamati perché prendono la forma dei tubuli renali in cui si formano quando le cellule urinarie, le proteine o entrambe vengono precipitate nei tubuli e passate nelle urine).

Proteine nelle urine (proteinuria), se presenti in grandi quantità, a seconda della causa, può essere continua o intermittente. La proteinuria può verificarsi dopo un’attività fisica intensa, come una maratona, ma è solitamente un segno di patologia renale. Piccole quantità di proteine nell’urina possono essere un primo segno di danno renale dovuto al diabete. Quantità così ridotte non possono essere individuate con le strisce reattive. In questi casi, l’urina dovrà essere raccolta nell’arco di 12-24 ore ed essere analizzata in laboratorio.

Il glucosio nelle urine

La causa più diffusa di glicosuria è il diabete mellito, ma l’assenza di glucosio non significa che il soggetto non è affetto da diabete, ma può voler dire che è ben controllato. Inoltre, la presenza di glucosio non indica necessariamente la presenza di diabete o di un altro problema.

Possono essere rilevati nelle urine anche i chetoni (chetonuria). I chetoni si formano quando l’organismo consuma i grassi. Le urine possono contenere chetoni per denutrizione, diabete mellito non controllato e, occasionalmente, dopo un abuso di alcol.

Il sangue nelle urine (ematuria) è confermato dall’esame al microscopio e da altri esami. A volte la quantità di sangue contenuta nelle urine è sufficiente per renderlo visibile e il colore diventa rosso o bruno.

Nitriti nelle urine (nitrituria). Elevati livelli di nitriti indicano un’infezione delle vie urinarie.

L’esterasi leucocitaria (un enzima presente in alcuni globuli bianchi) è un segno di infiammazione, che si verifica più comunemente a causa di un’infezione delle vie urinarie.

L’acidità (pH) delle urine. Alcuni cibi, gli squilibri chimici e i disturbi metabolici possono modificare l’acidità delle urine. Talvolta, un cambiamento di acidità può predisporre il soggetto ai calcoli renali.

La concentrazione urinaria (chiamata anche osmolalità o gravità specifica) può variare ampiamente in base allo stato di idratazione del soggetto, alla quantità di liquidi ingerita e ad altri fattori.

Talvolta la concentrazione delle urine è importante anche per poter diagnosticare un’anomalia della funzionalità renale. I reni perdono la capacità di concentrare le urine nelle fasi iniziali di una patologia che induce insufficienza renale. Uno speciale esame prevede che il soggetto non beva acqua o liquidi per 12-14 ore. In un altro esame viene eseguita un’iniezione di vasopressina (detta anche ormone antidiuretico). In seguito viene misurata la concentrazione dell’urina. Di norma, entrambi gli esami devono produrre un’alta concentrazione di urina. Tuttavia, in alcune patologie renali (come nel diabete insipido nefrogenico), l’urina non può essere concentrata anche se l’altro rene funziona normalmente.

Il sedimento nelle urine può essere esaminato al microscopio e fornire informazioni circa una possibile patologia dei reni e delle vie urinarie. Normalmente l’urina contiene una piccola quantità di cellule e di altri residui derivanti dall’interno delle vie urinarie. Di solito, in presenza di una patologia renale o delle vie urinarie, nel sedimento sono visibili molte cellule di sfaldamento dopo centrifugazione (utilizzando uno strumento di laboratorio che si avvale della forza centrifuga per separare i componenti di un liquido) o lasciando riposare l’urina.

I risultati potranno essere interpretati correttamente dal medico curante che, conoscendo lo stato di salute di ogni suo assistito, potrà prescrivere, laddove necessario, gli approfondimenti necessari.

Redazione NurseTimes

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