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Coronavirus, fioccano le richieste di risarcimento danni per malasanità

L’Osservatorio Covid MedMal della compagnia assicurativa AmTrust ha rilevato un picco durante la seconda ondata della pandemia. Colpiti soprattutto gli ospedali del Sud.

Durante le varie ondate di coronavirus gli ospedali hanno dovuto affrontare una pressione crescente di richieste di danni per malpractice medica o malasanità. In particolare, la seconda ondata, tra settembre e dicembre 2020, ha registrato un 51% di richieste in più rispetto alla prima. Gli ospedali pubblici sono le strutture più soggette a richieste di risarcimenti e vi è stata una crescente concentrazione di denunce negli ospedali del Sud.

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Questi i risultati del primo Osservatorio Covid MedMal di AmTrust, che ha analizzato l’impatto della pandemia sulle richieste di risarcimento sul personale e sulle strutture sanitarie, travolti dall’emergenza Covid. Il report analizza un campione delle 430 strutture sanitarie pubbliche e private assicurate da AmTrust (pari al 40% del totale in Italia). Da inizio pandemia al gennaio 2022 la compagnia assicurativa ha ricevuto 539 richieste di risarcimento danni, di cui l’80% presentato agli ospedali pubblici e il 20% alle strutture private.

Il 91% delle denunce è caratterizzato da azioni civili, mentre per il 9% sono procedimenti penali. Nel 44% dei casi si tratta di presunti danni lievi, mentre le richieste di danni per decesso sono state 224, dei quali il 95% riferiti a pazienti e il 5% a operatori sanitari. Durante la prima ondata il 52% delle richieste di risarcimento danni sono arrivate dal Nord Italia, l’area più colpita. Al contrario, nelle successive ondate il maggior numero di richieste è stato presentato al Sud: il 73% in più rispetto al Nord nella seconda ondata, arrivando addirittura al 109% in più nella terza.

Quella 51-60 anni è la fascia d’età più attiva nelle richieste di danni, senza grandi differenze tra uomini e donne. Nel corso della pandemia i tempi necessari per far scattare la denuncia sono diventati più rapidi. Infatti, se la media nella prima ondata era di nove mesi dalla data dell’evento, questo lasso temporale si è dimezzato nella seconda, proseguendo ancora il trend di riduzione nella terza. Oltre il 61% delle pratiche viene chiuso entro tre mesi dalla data di denuncia.

Redazione Nurse Times

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