Emissari di studi legali a caccia di clienti nei pronto soccorso

Palermo. Studi legali reclutano “praticanti”, destinandoli a battere i pronto soccorso degli ospedali cittadini in cerca di potenziali clienti.

Accade a Palermo dove un vero e proprio sistema organizzato dagli studi legali, con tanto di “assegnazione” degli ospedali dove andare a procacciare, lavora quotidianamente per accaparrarsi più clienti possibili, soprattutto nei pronto soccorso. Che tipo di clienti? Beh, capirlo non è difficile: oramai si parla di malasanità in ogni telegiornale e non ed è diventato piuttosto facile convincere i pazienti, magari da ore in attesa per essere visitati o che hanno subito un peggioramento, che si sta subendo un qualche sopruso per cui spetterebbe un risarcimento.

Di solito questi “procacciatori” sono giovani aspiranti avvocati, ma capita anche che siano addirittura dei semplici “galoppini”, reclutati nelle forme più disparate e sparsi sul territorio a vendere rimborsi facili.

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Il metodo utilizzato da questi “praticanti” è quello di offrire ai potenziali clienti, a prezzi stracciati o addirittura a titolo gratuito, un sicuro successo della causa, risarcimenti importanti e tempi snelli per ottenerli. C’è da fidarsi? Ovviamente no: l’obiettivo degli studi legali è infatti quello di accaparrarsi più clienti possibili, giocando così sulla quantità e sulla percentuale delle somme che l’Ospedale dovrà scucire, qualora condannato. Il problema è che i “danni” per cui tali rimborsi dovrebbero essere assegnati, sono molto spesso irrilevanti, se non inesistenti; e che queste azioni risarcitorie, molto spesso non hanno alcunché di malasanità e sono fondate a dir poco sul nulla.

Ma allora… per quale motivo gli utenti accettano di portare avanti tali battaglie? Probabilmente per un insieme di motivi: da una parte c’è l’insana voglia di risarcimenti “facili”, in un paese dove l’aggettivo “furbo” è ancora considerato un complimento; dall’altra parte c’è quella che ormai è una vera autentica moda, complice la frenetica attività dei media: scaricare le proprie frustrazioni, i propri mali, le proprie patologie e la propria rabbia, gridando allo scandalo e cercando di essere rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale. Come se il fatto di essere entrati per qualche motivo in ospedale, dia automaticamente il diritto al risarcimento del danno da “Malasanità”.

Uno dei legali interni dell’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello, Sergio Buccellato, evidenziacome dal numero sempre crescente di giudizi, appaiano evidenti i continui  tentativi di addossare all’Azienda responsabilità spesso inesistenti, come il proposito di trasformare eventi accidentali, come magari una caduta all’interno degli spazi ospedalieri spesso dovuta da fretta o distrazione, in un fatto addebitabile alla stessa Azienda Ospedaliera. È chiaro che la pratica più diffusa sia quella di cercare di azionare procedure risarcitorie per errore medico, talvolta anche milionarie, sulla base di episodi che si asserisce essere casualmente riconducibili alle Aziende stesse. In pratica entrare in Ospedale fa sorgere  il diritto, per cui chi riceve una prestazione sanitaria  sembra quasi subire in automatico un aggravamento della propria condizione se non l’insorgere di una nuova patologia. Quello è l’inizio di un percorso tendente all’ottenimento del risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Ma la cosa più stucchevole, aggiunge l’avvocato Buccellato, è vedere come attorno a questa pratica sia nata una rete di studi di consulenza legale, veri o semiveri, esclusivamente specializzati nel convincere gli utenti a rivolgersi a loro per intraprendere azioni nei confronti dell’Ospedale, promettendo esiti vittoriosi e risarcimenti pressoché sicuri. Personalmente ho intrapreso le opportune azioni a tutela dell’immagine dell’Azienda, dopo aver accertato le persistenti presenze di persone non identificate atte a distribuire agli utenti in attesa nei reparti, biglietti contenenti promesse di risarcimento in caso di azioni legali in danno all’Azienda stessa. E’ chiaro che poi in giudizio le condotte negligenti del personale medico e gli errori sanitari vanno ampiamente dimostrati. Nessuno nega l’accadimento di eventi tragici addebitabili ad errore medico, ma è altrettanto vero che ormai sia pratica quotidiana per i legali dell’Azienda dover far fronte a continue e spesso anche grottesche, richieste risarcitorie”.

Alessio Biondino

Fonte: Blog Sicilia

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