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Elena Bonelli: l’infermiere, una professione fatta di coscienza, solidarietà e grande competenza

L’infermiere è una figura importantissima, perché è colui che accudisce un malato, quindi è una persona a cui va da sempre tutto il mio grande rispetto ed ammirazione, perché è una scelta molto difficile; deve essere fatta con coscienza, grande spirito di solidarietà, assoluta professionalità, e soprattutto tanto, tanto amore per le persone a cui si rivolge, per cui lavora” sono le parole di Elena Bonelli, attrice-cantante internazionale che col suo progetto “Roma in the world” ha fatto conoscere la canzone romana all’estero, da lei interpretata in elegante veste sinfonica con le grandi orchestre nei maggiori teatri del mondo, in una speciale intervista per NurseTimes.

Per la cantante romana, il titolo accademico è fondamentale perché attraverso quel titolo di studio è possibile conoscere come si somministra una medicina, come fare un prelievo (anche nel fare una puntura si può uccidere una persona), quindi è giustissimo che ci sia una laurea e che si assumano persone coscienziose, preparate, adatte a questa grande professione, e non persone improvvisate che vengono immesse nel sistema sanitario.

Ho avuto diverse esperienze, ultimamente anche personali, e sostengo che esiste in Italia una ottima sanità, anche se ci possono essere casi sporadici che vengono chiamati con il termine malasanità.
Ho avuto persone care ricoverate in strutture anche pubbliche e devo dire che non c’è paragone tra queste e quelle private , io sono per quelle pubbliche perché comunque ho sempre vissuto esperienze positive. Le faccio un esempio citando il Santo Spirito di Roma, meno il Policlinico Umberto I; avendo avuto, ultimamente, mia madre ricoverata, al Santo Spirito ho riscontrato grande attenzione e ottimo servizio, allo Spallanzani e al San Camillo ho trovato delle infermiere eccezionali e un servizio sanitario eccellente.

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Dal punto di vista gestionale organizzativo, in ogni campo c’è sempre chi abusa ed è molto difficile quando parliamo di tagli alla Sanità: ci deve essere sempre un discorso di coscienza, perché c’è chi ne approfitta e chi, invece, ne ha bisogno e non ce l’ha a disposizione; se dovessi dire una cosa che mi è capitata di recente, avendo avuto una mamma anziana molto malata da diversi anni, beh direi poveracci coloro che non hanno delle assistenze familiari o dei mezzi familiari, perché è vero che ci sono presidi-servizi che non possono permettersi, quindi farei dei controlli sui finti invalidi, facendo pulizia di chi abusa del SSN”.

Concludendo, la Bonelli afferma che quello dell’infermiere:

è un ruolo importante, ed apprezzo tutti voi, non lo dico per l’occasione di questa intervista, ma perché lo penso ogni volta che entro in un ospedale. E’ un lavoro pesante ma di dedizione, che si distacca da tutti gli altri perché ha in mano delle vite, e quindi auguro a tutti gli infermieri di rendersi consapevoli che veramente svolgono un’attività superiore alle altre perché è un attività, una professione che necessita di tante cose rispetto a tanti altri mestieri più banali.

Savino Petruzzelli

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