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Covid, infettivologi preoccupati dal nuovo aumento di contagi e ricoveri

Le voci degli esperti presenti al XXI Congresso nazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), tenutosi a Roma dal 20 al 23 novembre.

Dopo alcune settimane di rallentamento, tornano a cresce i contagi da Covid-19, spinti dalle nuove sottovarianti Omicron B.Q.1 e B.Q.1.1, note con i nomi Cerberus e Gryphon. “Queste nuove varianti attualmente in circolazione e già dominanti in Italia hanno dimostrato un indice di trasmissibilità superiore a 15, per cui ogni persona è in grado di infettarne almeno 15 – sottolinea il professor Massimo Andreoni, direttore scientifico Simit –. Il numero dei casi sta aumentando, l’Rt è vicino a 1. Stiamo assistendo a un incremento delle ospedalizzazioni e anche dei decessi. Si tratta di un insieme di elementi che ci preoccupano e ci devono indurre a tenere alta la guardia. Tuttavia ad oggi possiamo ipotizzare con ragionevolezza che le prossime vacanze natalizie, a differenza degli ultimi due anni, potranno essere affrontate con maggiore serenità“.

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Prosegue Andreoni: “Vi sarà comunque il rischio di un incremento dei contagi, che sarà opportuno fronteggiare con il ricorso a quei mezzi di contenimento indispensabili per la limitazione della diffusione del virus. Inoltre è fondamentale ribadire l’importanza della vaccinazione e dei richiami vaccinali con la nuova somministrazione bivalente, che protegge soprattutto i soggetti più fragili dalla malattia grave, coprendo anche la variante Omicron. Abbiamo constatato che l’immunità da vaccino o da malattia non è particolarmente duratura, quindi il richiamo periodico è necessario, anche nei giovani, in quanto solo immunizzando un’ampia porzione della popolazione sarà possibile limitare la diffusione del virus e combattere la pandemia”.

In questi anni la pandemia ha rappresentato un’opportunità per i microrganismi (funghi, batteri) resistenti agli antibiotici di colpire maggiormente, soprattutto nelle fasi più acute, in cui le terapie intensive erano piene. “Nei pazienti ricoverati per Covid-19 in terapia intensiva, una delle più frequenti cause di decesso è stata una seconda infezione causata da batteri multiresistenti agli antibiotici acquisita in ospedale – spiega il professor Marco Falcone, segretario Simit –. Si è verificato con frequenza quel fenomeno denominato come sinergismo microbico, per cui l’infezione batterica si è sovrapposta all’infezione virale già esistente”.

Aggiunge Falcone: “Oggi non abbiamo un’emergenza Covid nei ricoveri, ma vi sono diversi pazienti fragili, per età o per comorbidità, che se si infettano possono sviluppare una malattia grave con il rischio di contrarre anche un’infezione batterica a livello polmonare: questo organo, infatti, già indebolito dal virus SARS-CoV-2, è maggiormente suscettibile a ulteriori infezioni di tipo batterico. A ciò si aggiunge il dato preoccupante per cui l’Italia ha il tasso di antibiotico-resistenza più elevato in Europa dopo la Grecia. Questo problema è particolarmente diffuso negli ospedali, ma il 20-25% di questi batteri si trova già in comunità e può essere alimentato da un uso distorto di antibiotici”.

Gli interventi di Andreoni e Falcone giungono dal XXI Congresso nazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), tenutosi dal 20 al 23 novembre a Roma, nell’Auditorium della Tecnica, che ha riunito oltre mille infettivologi provenienti da tutta Italia per corsi, dibattiti, presentazioni su numerosi temi, dal Covid-19 ai soggetti dell’infettivologia dei giorni nostri: l’infezione da Hiv e le altre infezioni a trasmissione sessuale; le epatiti, con particolare, riguardo per l’epatite C e l’epatite delta; la lotta alle infezioni da microrganismi multiresistenti e la necessità di un uso appropriato delle terapie antimicrobiche; l’estensione dell’impiego delle vaccinazioni, con particolare riferimento alle vaccinazioni dell’adulto e delle persone con comorbidità; le malattie emergenti e la salute globale, un filone che include le malattie tropicali e leinfezioni trasmesse da vettori, secondo gli obiettivi definiti dall’approccio One Health.

Redazione Nurse Times

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