Categorie: Normative

Corte di Appello di Roma e demansionamento infermieristico: l’art. 49 del Codice Deontologico lo legittima

È fonte di discussione, in questi giorni, una sentenza dei giudici della Corte di Appello di Roma, capace di ridefinire l’equilibrio tra aziende sanitarie e infermieri in merito al, sempre più frequente, fenomeno del demansionamento.

Ma entriamo un attimo nel dettaglio della vicenda: un infermiere ha citato in giudizio l’azienda ospedaliera, per la quale lavora, di fronte al giudice ordinario del lavoro chiedendo la non applicazione della circolare sostenendo che tale attività non è di competenza infermieristica e, anzi, è un compito demansionante.

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Inizialmente, il Tribunale di Roma ordinava la disapplicazione della stessa in quanto la chiusura dei rifiuti, comportando l’attribuzione di mansioni di un livello eccedente quello immediatamente inferiore, si configura come palese demansionamento dell’infermiere.

La Corte di Appello, in data 2 Dicembre 2015, riforma la precedente sentenza e, con la sentenza n° 8132, dopo aver citato le normative specifiche del pubblico impiego, richiama il Codice Deontologico infermieristico e, in particolare, l’art. 49. Difatti, per i giudici, è evidente che si tratta di “(…) un’attività di supplenza da svolgersi nell’interesse primario degli assistiti e dell’organizzazione del servizio, quindi pacificatamente rientrante tra i compiti di compensazione previsti dall’articolo 49 del Codice Deontologico dell’infermiere, il quale espressamente sancisce in capo agli infermieri un’ampia responsabilità su tutti gli aspetti igienico sanitari del reparto in cui operano”, da attuarsi, quindi, solo in ipotesi di carenza del personale ausiliario.

La prima peculiarità della sentenza è la citazione, non tanto del Codice Deontologico Infermieristico, già in passato più volte richiamato in altre sentenze, ma, bensì, dell’articolo 49. Il Codice Deontologico, va ricordato, è una fonte eteronoma che, pur provenendo da un corpo professionale, come fonte di auto regolamentazione, ha valore giuridico, proprio perché esplicitamente richiamato da una norma Statale, ovvero la L. 42/99 che definisce, tra le varie cose, il campo di azione propria della professione infermieristica.

Ci troviamo di fronte al pericolo compensazione, divenuto, purtroppo, realtà, dovuto a un incredibile passo falso della Federazione Nazionale IPASVI.

Numerose furono, infatti, le segnalazioni avanzate nel 2009, da molti colleghi, per rimediare all’articolo 49, ancora in fase di bozza. Le richieste rimasero inascoltate e nessuna modifica in tal senso  è stata poi avanzata dalla Federazione Nazionale Collegi Ipasvi.

Il 12 Maggio 2015, in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere, il sindacato NurSind, a margine di una campagna a difesa del diritto all’assistenza infermieristica come parte rilevante del diritto, costituzionalmente garantito, alla salute, inviò alla Federazione Nazionale IPASVI e a tutti i Collegi provinciali una lettera aperta, in cui veniva ribadita la necessità di abrogare l’articolo 49 del codice deontologico che, appare in forte contrasto con la tutela di una professione in costante evoluzione e, soprattutto, fonte di pericolo in un momento di definanziamento dei servizi sanitari e conseguente riduzione delle risorse contrattuali, organizzative, strutturali e umane, come quello che tuttora stiamo vivendo, in Italia.

Non sarà possibile pretendere un’evoluzione della professione, un maggior riconoscimento della nostra figura professionale da parte dei cittadini e del mondo sanitario tutto, se è lo stesso Codice Deontologico a permettere il demansionamento che, ormai, è divenuto un fenomeno nazionale essendo considerata l’infermieristica una professione “tuttofare” come più volte documentato sul nostro giornale attraverso i nostri articoli su assurde disposizioni di servizio (CLICCA QUI) o interviste raccolte da colleghi che hanno avuto il coraggio di denunciare queste situazioni (CLICCA QUI).

Questa volta, per la professione infermieristica, purtroppo, vi è stato un notevole passo indietro, con l’assoluta innovazione giuridico – interpretativa del campo specifico di attività e responsabilità dell’infermiere, usando proprio l’articolo 49 del Codice Deontologico dell’infermiere che ha introdotto, di conseguenza, la fattispecie del “demansionamento per compensazione”.

Ci auguriamo che, da parte della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, vi sia una tempestiva presa di posizione, e ascoltare il grido di dolore di una professione che paga in questo periodo di crisi, le evidenti carenze delle dotazioni organiche che vedono in moltissime strutture sanitarie l’assenza delle figure di supporto…con pesanti ripercussioni sull’assistenza infermieristica.

Come uscire da questa criticità? E’ arrivato il momento di agire…

NurseTimes ha più volte ripreso questa problematica  ritenendola una questione fondamentale per lo sviluppo di questa professione, proponendo delle possibili soluzioni che potrebbero quantomeno ridimensionarlo, assistendo direttamente gli infermieri, fornendo loro delle risposte certe e concrete (CLICCA QUI).

Carmelo Rinnone

Papagni Giuseppe

In allegato la SENTENZA

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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Giuseppe Papagni

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