ANCONA – “Mettiamo al centro del sistema sanitario il paziente e, intorno alle sue esigenze costruiamo i modelli organizzativi adeguati in base all’evoluzione delle competenze di tutte le professioni sanitarie a partire dagli infermieri”. A dirlo è Giuseppino Conti, Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona che chiede di superare vecchi retaggi culturali del passato riconoscendo alla categoria degli infermieri la professionalità che viene acquisita sia nel percorso della laurea triennale che nell’esperienza maturata nel servizio di emergenza e urgenza.
“Oggi l’infermiere non è più lo stesso soggetto che prestava servizio dopo aver conseguito un semplice diploma regionale come accadeva 40 anni fa – ricorda Conti – ma è un professionista che ha completato un percorso di studi universitario e che, a seguito di protocolli condivisi, come accade in altri paesi europei, avrebbe tutte le competenze e le capacità per gestire il servizio di 118 e di Pronto soccorso”.
“Questa mancata presa di coscienza dell’evoluzione formativa che è tutta italiana – insiste Conti – porta al mancato riconoscimento della professionalità dell’infermiere, al conseguente demansionamento, a percorsi di carriera difficoltosi e, come purtroppo registriamo sempre più frequentemente, a convincere molti colleghi a trasferirsi all’estero dove all’infermiere è riconosciuto un ruolo coerente con le sue capacità e professionalità”. Come conseguenza, secondo Opi Ancona, si evidenziano problematiche come quelle della carenza di medici che sarebbero molto ridimensionate se il percorso dell’assistenza sanitaria valorizzasse e riconoscesse tutti gli attori della filiera andando incontro a soluzioni più efficaci anche per diminuire le liste d’attesa.
All’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Ancona sono iscritti 4.049 infermieri degli 11.537 in servizio nelle Marche e giungono quotidianamente le preoccupate segnalazioni dei colleghi che, con l’estate e l’arrivo di tanti turisti nel nostro territorio, evidenziano le criticità organizzative e l’inadeguatezza della risposta assistenziale al primo soccorso come rimarcato anche dalla Società Italiana Infermieri di Emergenza e Urgenza (SIIET).
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