Categorie: Normative

Concorsi pubblici si cambia, conterà anche l’ateneo

 

Con l’emendamento presentato dall’on. Marco Meloni «b-bis) superamento del mero voto minimo di laurea quale requisito per l’accesso ai concorsi e possibilità di valutarlo in rapporto a fattori inerenti all’istituzione che lo ha assegnato e al voto medio di classi omogenee di studenti, ferma restando la possibilità di indicare il conseguimento della laurea come requisito necessario per l’ammissione al concorso;» il solo voto di laurea non sarà l’unico a contare ma avrà valore anche l’ateneo che rilascia il titolo. L’emendamento passa alla delega P.a, all’esame della commissione Affari Costituzionali della Camera, dove è arrivata dopo il primo via libera al Senato.

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La novità ha scatenato non poche polemiche che hanno inevitabilmente accesso i riflettori sugli atenei. Ma come fare la scelta dell’ateneo giusto? Dove trovare la classifica degli atenei migliori d’Italia?

La questione che si apre ora è delicata: si dovranno individuare i criteri che peseranno quanto valga ogni voto nei singoli atenei. Un’indicazione potrebbe arrivare dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (Anvur), istituita nel 2006. L’ultima classifica che riguarda i grandi atenei, pubblicata nel 2013, vede ai primi posti Padova, Milano Bicocca e Verona. Seguono poi le università di Verona, Bologna, Pavia, Torino, Modena e Reggio Emilia, Parma, Roma Tor Vergata e Milano.

Ovviamente il meccanismo sarà definito nei decreti attuativi del ddl Madia, una cosa è chiara: il voto da solo non sarà più un elemento chiave. La Pubblica Amministrazione punterà anche la lente sul tipo di ateneo e più in generale sull’ambiente di cui quel voto è il frutto.

Sempre sul fronte concorsi viene sancita l’importanza dell’inglese e di altre lingue straniere, la cui conoscenza dovrà sempre essere verificata o come requisito per la partecipazione o come titolo di merito.

Cambierà inoltre anche il format dei concorsi, saranno centralizzati o, quanto meno, aggregati. Anche qui l’obiettivo è arrivare a una “valutazione uniforme”. Insomma la P.a. vuole evitare di imbattersi in ‘furbetti’ che riescono a spuntarla scovando il varco più facile. Tanto che nel pacchetto di emendamenti sui concorsi, c’è anche la previsione di un polo unico per le selezioni pubbliche, una sorta di agenzia o dipartimento ad hoc che riunisca tutte le diramazioni responsabili in materia. Una megastruttura, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con il compito di gestire le prove.

Un’altra novità infine, riguarda l’articolazione stessa degli esami: si va verso una scansione in diverse tappe, con la possibilità di acquisire titoli e superare verifiche che valgono per più concorsi.

Giuseppe Papagni

Nato a Bisceglie, nella sesta provincia pugliese, infermiere dal 94, fondatore del gruppo Facebook "infermiere professionista della salute", impegnato nella rappresentanza professionale, la sua passione per l'infermieristica vede la sua massima espressione nella realizzazione del progetto NurseTimes...

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