Con apposito Decreto Legislativo, immediatamente applicabile, presentato dal sottosegretario agli affari europei, Sandro Gazi, è stato recentemente recepita la direttiva 2013/55/UE dal Consiglio dei Ministri e del regolamento comunitario n. 1024/2012.
Le novità introdotte con la nuova norma sono molteplici e importanti. Nel dettaglio:
Nel Decreto legislativo di recepimento della Direttiva Europea viene riportata dunque una elencazione delle competenze dell’infermiere definito “responsabile dell’assistenza generale infermieristica” per distinguerlo dall’infermiere con competenze avanzate o con competenze specialistiche già operativo in alcuni Paesi dell’UE. Quindi viene definito un livello minimo dei contenuti professionali che devono essere posseduti e agiti dagli infermieri che operano nella Unione Europea.
Quel livello comune e minimo è stato definito:
– a tutela dei cittadini che potrebbero essere assistititi da infermieri provenienti da ognuno dei Paesi che compongono la UE (e non solo) stante la libera circolazione dei professionisti sanitari ora rafforzata con l’attivazione dalla tessera professionale europea;
– per allineare e omogeneizzare i contenuti del percorso formativo e dell’esercizio professionale di quei professionisti in tutti i Paesi dell’UE.
Il Governo, assumendo con Decreto legislativo la direttiva europea ha, dunque, recepito e fatte proprie le competenze “minime” che anche gli infermieri italiani dovranno porre in essere e garantire.
Per l’infermiere italiano cambia poco, visto il D.M. 739/94 e la legge 251/00, un richiamo quindi all’esercizio delle proprie competenze professionali in piena autonomia, essendo il responsabile dell’assistenza generale:
Appare evidente, quindi, come il ruolo dell’infermiere, quale professionista responsabile dell’assistenza generale infermieristica, ricopra una posizione e un’importanza centrale e strategica nel mondo sanitario in Europa. Se, anche in Italia, si riuscisse a tradurre in pratica, in tutti i setting assistenziali, quanto richiamato dalla normativa in vigore, il Servizio Sanitario Nazionale non potrebbe che giovarne, implementando appropriatezza, qualità, sicurezza, efficacia, efficienza e, conseguentemente, riducendo i costi sanitari.
Carmelo Rinnone
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