Infermieri

Competenze avanzate un’opportunità o un ostacolo per la professione? Tutto dipende da cosa vogliamo veramente

Si fa un gran parlare in questi ultimi tempi delle così dette "competenze avanzate per gli infermieri", sull'onda di queste nascono movimenti e la stessa FNC IPASVI ha non di rado fatto sentire la sua voce

Si fa un gran parlare in questi ultimi tempi delle così dette “competenze avanzate per gli infermieri”, sull’onda di queste nascono movimenti e la stessa FNC IPASVI ha non di rado fatto sentire la sua voce

E’ ormai dal lontano 2015 che “si mena il can per l’aia” con questa questione, in questo tempo tutti hanno detto qualcosa; qualcuno per ostacolare, qualcuno per favorire, qualcun altro per propri interessi personali, ma in realtà tutto ancora è fermo al palo.

A quanto pare la questione dovrà a questo punto essere inserita nel prossimo rinnovo del CCNL, che aspetta di essere partorito ormai da un tempo infinito, (Sentenza della corte costituzionale 178/2015) la quale ha dichiarando illegittimo il blocco ormai decennale della contrattazione imposto dai vari governi succedutosi e di fatto avrebbe dovuto dare il via ad una nuova stagione di contrattazione.

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Tra una scusa e l’altra le stagioni sono divenute anni, ad oggi ancora siamo in alto mare.

Il vero problema è che mancano i soldi, come se quelli risparmiati in un decennio di oblio sulle spalle dei pubblici dipendenti e quindi anche degli infermieri fossero invece bruscolini.

Quindi la questione rimane sospesa in un limbo, tra una norma (il famoso comma 556 riposta in un cassetto) ed un contratto.

In realtà ci sono diversi fili che legano strettamente questa questione ad altri problemi da risolvere e che sono sul piatto da diverso tempo. Problemi sollevati  da diverse fonti anche estranee alla professione; ostacoli messi in evidenza artatamente per bloccare la questione evidentemente indigesta per qualcuno, ma anche momenti di riflessione inseriti nel dibattito professionale.

Personalmente trovo il dibattito interno alla professione quanto mai attuale e pregno di contenuti finchè resti però un dibattito tra pari e sopratutto costruttivo.

Se invece il dibattito diventa fazioso e tende a difendere posizioni preconcette o ad imporre posizioni di potere mal celate allora diventa inutile chiacchiereccio, coro da stadio ed assolutamente inutile e dannoso per tutti (VEDI).

Non a caso è giunto in questi giorni un autorevole richiamo all’ordine da parte della presidente della FNC IPASVI cui mi associo volentieri nei contenuti (VEDI).

Le criticità cui ci troviamo difronte e che non possiamo far finta di non vedere sono molteplici ed investono vari livelli che spaziano dalle organizzazioni sanitarie, a criticità di tipo sindacale (essere ad esempio ancora stretti nella contrattazione del comparto, l’incapacità voluta del mondo sindacale di affrontare e risolvere il rispetto di leggi e sentenze dei tribunali); dall’università che dovrebbe formare professionisti e che troppo spesso invece resta al palo (è proprio di queste ore la notizia di un incontro della FNC IPSVI con il ministro dell’istruzione proprio per sollecitare l’ingresso  di professori  infermieri e che restano fuori dagli atenei a vantaggio di altre figure).

Se ci fermiamo ad osservare attentamente notiamo che tutte queste criticità sono strettamente legate tra loro in una sorta di matassa difficile da dipanare, e per sbrogliarla bisognerà ripartire da un punto preciso: valorizzare questa professione combatendo il demansionamento degli infermieri.

Successivamente si potranno ottenere le competenze avanzate.

Se nel nostro paese da sud a nord e passando per le isole, ancora oggi, l’assistenza infermieristica (tranne che per alcune rare realtà) è ancora organizzata per compiti come in una catena di montaggio, se al professionista infermiere viene sottratta sistematicamente la proprietà e la gestione del tempo di assistenza, dovuto sopratutto a mansioni che non sono proprie di una professione intellettuale; se questa è la norma giustificata ed a volte accettata dagli stessi professionisti, che senso ha parlare di competenze avanzate?

Ed inoltre, se in queste condizioni generali l’introduzione delle competenze avanzate non comportasse un avanzamento generale della cultura infermieristica, una presa di coscienza collettiva delle potenzialità della professione; se questa introduzione delle competenze avanzate significasse in questo quadro solamente un vantaggio per una ristretta élite (come già accaduto per la dirigenza infermieristica), non diverrebbe in questo modo solamente un altro ostacolo per la professione?

E che senso avrebbe tutto questo?

Ed infine:

  • se gli infermieri tutti non smetteranno di essere considerati dalla politica e dalle organizzazioni sanitarie dei numeri, professionisti di serie c, personale con cui tappare ogni più piccola falla delle loro scalcinate aziende trasformandoli da professionisti, come la normativa prevede, in vera e propria manovalanza a basso prezzo, pronti per ogni più disparata esigenza;
  • se non finirà l’intermediazione intesa come sfruttamento, immolando la loro professione sull’altare pagano del dio denaro;

…di quali competenze avanzate vogliamo parlare? 

Ecco queste sono le vere criticità della professione oggi. Non può sfuggire ad occhio attento la possibile soluzione che deve necessariamente passare su diversi piani di intervento istituzionale, sindacale e professionale.

La FNC IPASVI dopo un immobilismo atavico sta iniziando seppur timidamente ancora a far sentire la propria voce; quindi il fronte professionale si sta muovendo anche se lentamente.

Il fronte sindacale non pervenuto e spetta a noi tutti metterlo con le spalle al muro.

Il fronte istituzionale è muto sordo – cieco e spetta al fronte sindacale ed al fronte professionale far si che veda ed agisca.

Spetta però anche ad ogni singolo professionista prendere coscienza di essere tale e pretendere il dovuto rispetto.

Per concludere ben vengano le competenze avanzate se questo significa affrontare e risolvere le criticità evidenziate ed un ulteriore salto di qualità per la nostra professione.

Ma se così non fosse, se servissero solamente a sistemare una piccola élite di illuminati, come tra l’altro accaduto in passato con scarse ricadute sulla popolazione infermieristica, allora non sappiamo che farcene…ci sono altre priorità prime tra tutte la lotta al demansionamento e allo sfruttamento da parte di intermediari che puntano al massimo profitto:

LA PROFESSIONE O PROGREDISCE TUTTA O NON PROGREDISCE AFFATTO!

 

Angelo De Angelis

 

Angelo De Angelis

Diploma di INFERMIERE PROFESSIONALE presso Centro idattico Polivalente Pio Istituto ed Osperali Riuniti ROMA nel 1980 Dal luglio 1980 INFERMIERE presso ospedale S.Giovanni Roma strumentista in C.O. chirurgia generale, infermiere in pronto soccorso chirurgico,medico e successivamente cardiologio Dal 1990 infermiere in ambulanza B.L.S A.L.S CENTRALE OPERATIVA DAL 2008 INFERMIERE presso CENTRO DI ASSISTENZA DOMICILARE ASL RM1 accoglienza e supporto agli utenti e famigliari coordinamento e consulenza agli infermieri nel territorio Nel 2013 LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTERICHE presso università SAPIENZA DI ROMA

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Angelo De Angelis

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