Come gli Ospedali pediatrici italiani hanno affrontato la crisi coronavirus?


Come gli Ospedali pediatrici italiani hanno affrontato la crisi coronavirus? L’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI), ha presentato il suo Position paper sulla pandemia da SARS-Cov-2.

Il testo si colloca nell’ambito della stretta e fruttuosa collaborazione fra AOPI e Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) ed è stato coordinato dal Comitato Scientifico di AOPI.

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Gli Ospedali pediatrici italiani hanno affrontato la crisi senza rimanere nel chiuso delle mura ospedaliere, ma anzi aprendosi ad una stretta collaborazione con le strutture territoriali e i PLS, e di come stanno progettando il prossimo futuro, in prospettiva di una possibile “ripresa autunnale della pandemia” e comunque del ritorno ad una normalità che colga e sfrutti gli insegnamenti emersi della fase emergenziale anche per ridisegnare le modalità di garantire l’erogazione delle cure pediatriche.

Tutto quanto è stato raccontato nel position paper è il frutto dell’ impegno quotidiano di tanti operatori sanitari che ha permesso di mettere in atto le necessarie modalità organizzative e i percorsi clinico-terapeutici e di prevenzione.

Il sistema degli ospedali pediatrici è ora impegnato a gestire la ripresa di attività ordinaria sospesa o differita (ambulatoriale e chirurgica), la gestione dei pazienti Covid-19 positivi, la ripresa delle attività scolastiche e le comuni infezioni del periodo autunnale. Rispetto all’impatto della pandemia sull’adulto, l’ambito pediatrico si caratterizza per le seguenti caratteristiche:
  • L’età pediatrica (fascia di età 0-18 anni) rappresenta una piccola proporzione del totale dei casi accertati: al 14 luglio 2020 circa il 2.2% (5.318 casi su 243.316 casi totali). Di questa popolazione, il 12.4% ha un’età inferiore o uguale ad 1 anno, il 18.5% ha un’età compresa tra 2 e 6 anni e il 69.0% tra 7 e 17 anni
  • I dati preliminari provenienti dallo studio italiano di sieroprevalenza condotto dall’ISTAT mostrano, al 28 luglio 2020, 6.887 casi di pazienti pediatrici postivi per SARS-CoV-2 (2,8% di tutti i postivi); nei bambini di età compresa fra 0 e 5 anni la sieroprevalenza è inferiore (1,3%)
  • L’età media dei pazienti Covid-19 in età pediatrica, secondo uno studio europeo, è pari a 5 anni (dati di aprile), mentre uno studio italiano (febbraio-maggio) riporta un’età media pari a 11 anni, probabilmente in relazione alla maggior percentuale dei casi registrati nella fascia di età adolescenziale nel nostro Paese
  • La maggior parte dei bambini affetti da Covid-19 (circa il 75%) non presenta comorbidità
  • Il tasso di ricovero ospedaliero nei bambini risulta elevato (circa il 65%), sebbene un recente studio italiano riporti tassi molto inferiori (13.3%). Il rischio di ospedalizzazione è inversamente proporzionale all’età: i bambini di età inferiore a 12 mesi sono a maggior rischio (36%) rispetto ai bambini di età maggiore (<13%). Il rischio di ricovero in Terapia Intensiva è maggiore nella coorte 2-6 anni
  • Tutti gli studi finora condotti sulla popolazione pediatrica affetta da Covid-19 hanno dimostratoche la malattia si presenta più frequentemente in maniera asintomatica o paucisintomatica rispetto agli adulti ed alla popolazione anziana (rispettivamente circa 63% vs 44% e 27%), con rare complicanze ed esito favorevole
  • Nei pazienti sintomatici, la febbre risulta essere la manifestazione clinica più comune, seguita dasegni o sintomi di coinvolgimento dell’apparato respiratorio (tosse, rinite, difficoltà respiratoria)
  • La mortalità in età pediatrica è bassa, inferiore allo 0.5%, comparata al 14% circa della popolazione generale
Per venire incontro alle esigenze dei piccoli malati più complessi sono stati attivati percorsi di teleconsulto e tele-assistenza, basati su supporto telefonico, WhatsApp, email, Skype o equivalenti.

Particolare attenzione è stata data all’integrazione fra Ospedale e “Territorio”, ad esempio condividendo con i Pediatri di Famiglia percorsi preferenziali per l’invio di casi critici al Pronto Soccorso.

“La pandemia di Covid-19 ha messo a dura prova non solo le nostre strutture sanitarie ma anche la nostra economia e il nostro assetto sociale, analogamente a quanto avvenuto in gran parte del mondo. Siamo stati in grado, prima e meglio di molti altri Paesi, di superare la Fase 1 della pandemia, grazie innanzitutto alla capacità, spinta fino al sacrificio, dei nostri sanitari, ai modelli organizzativi adottati, ma anche grazie al senso di consapevolezza e di responsabilità dimostrato da tutta la popolazione, capace di sopportare un durissimo lockdown, e all’impegno concreto dell’Unione Europea a sostegno dei Paesi più colpiti” – ha affermato la Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.

Per consolidare quanto fatto finora e sviluppare le nuove progettualità che ci consentiranno di affrontare il futuro prossimo con maggiore sicurezza, AOPI propone al Governo di destinare una quota dell’investimento straordinario per il SSN alla costruzione di un fondo ad hoc per gli ospedali pediatrici, destinato all’innovazione a sostegno dei setting specifici pediatrici. Tale fondo rappresenta il riconoscimento del valore di tale specificità, oltre a consentire un decisivo avanzamento nella qualità delle cure e dell’assistenza: una volta definito, verrà declinato in progettualità operative da concordare a livello nazionale e regionale che, aldilà dell’emergenza COVID-19, consentiranno di far evolvere le cure pediatriche verso un nuovo modello di sviluppo”, ha spiegato il Dottor Paolo Petralia, Presidente AOPI.

Fonte: saluteh24.com

Cristiana Toscano

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