Il Comitato dei medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) ha espresso parere favorevole sull’autorizzazione all’immissione in commercio di cemiplimab, raccomandandone l’approvazione condizionata per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma cutaneo a cellule squamose metastatico o localmente avanzato (Cscc), non asportabile chirurgicamente e non trattabile con radioterapia a scopo curativo. Ad annunciarlo è Sanofi.
Cemiplimab e un anticorpo monoclonale completamente umano che si lega all’inibitore del checkpoint immunitario Pd-1 (proteina 1 di morte cellulare programmata). Sarà il primo e unico trattamento approvato nell’Unione Europea per alcune tipologie di pazienti con Cscc avanzato. “Cemiplimab è il primo trattamento immuno-oncologico per la cura di pazienti con carcinoma squamocellulare cutaneo in fase avanzata a ricevere parere positivo dal Chmp – commenta Paola Queirolo, direttore di Oncologia medica 2 e responsabile del Discase Management Team, Melanoma e tumori cutanei al Policlinico Irccs San Martino di Genova-Ist –. Purtroppo le fasi avanzate di questo tumore hanno una prognosi estremamente sfavorevole. Cemiplimab rappresenta quindi una nuova e importante opportunità per questi pazienti: il tasso di risposte, il mantenimento delle risposte nel tempo e il profilo di tollerabilità favorevole cambiano di fatto la storia naturale di questa patologia”.
Il carcinoma cutaneo a cellule squamose è uno dei tumori della pelle
più diagnosticati. In Europa è due volte più frequente del melanoma e la sua incidenza è stimata in sostanziale crescita in alcuni Paesi. Nonostante per la maggior parte dei pazienti la prognosi sia favorevole se la malattia viene diagnosticata precocemente, il trattamento può rivelarsi particolarmente complesso nelle fasi avanzate, dove la prognosi rimane ad oggi sfavorevole (essendo, dopo il melanoma, il secondo tumore cutaneo per mortalità).Il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato comprende sia la forma localmente avanzata (nella quale la malattia invade gli strati più profondi della pelle o i tessuti adiacenti) sia la forma metastatica (nella quale il tumore si diffonde ad altri organi). Il Cscc, per le sue caratteristiche biologiche, essendo il tumore con il “carico mutazionale” (tumor mutational burden) più elevato, ben si presta a rispondere a un inibitore del checkpoint immunitario Pd-1.
L’opinione del Chmp si basa sui dati dello studio clinico registrativo Empower-Cscc-1 (Studio 1540) di fase 2 in aperto, multicentrico, non randomizzato, ed è supportata dai dati di due coorti di espansione dello studio di fase 1 multicentrico in aperto, non randomizzato. Insieme, questi studi rappresentano il più ampio set di dati prospettici da pazienti con carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato.
Redazione Nurse Times
Fonte: PharmaKronos
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