Cancro alla prostata, nuovo test delle urine lo individua e ne rivela l’aggressività

L’esame, denominato ExoGrail, potrebbe ridurre del 35% il numero di biopsie non necessarie.

Si chiama ExoGrail ed è un nuovo test sperimentale delle urine in grado di indicare non solo la presenza del cancro alla prostata, ma anche la sua aggressività. Lo rivela uno studio pubblicato su Cancers, secondo il quale tale esame potrebbe ridurre del 35% il numero di biopsie non necessarie.

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“I test più comunemente usati per il cancro alla prostata – spiega Dan Brewer, della Norwich Medical School della University of East Anglia, che ha guidato il gruppo di lavoro – includono esami del sangue, l’esame rettale digitale, la risonanza magnetica o la biopsia invasiva. Tuttavia i medici faticano a prevedere quali tumori diventeranno aggressivi, rendendo difficile decidere il trattamento per molti uomini”.

I ricercatori hanno sviluppato il nuovo test combinando due fonti di biomarcatori, ovvero la misurazione di un marcatore proteico chiamato EN2 e i livelli di espressione genica di dieci geni correlati al rischio di cancro alla prostata, e basandosi su due test sviluppati in precedenza, PUR ed ExoMeth. Per valutare il test hanno utilizzato campioni di urina di 207 pazienti che erano stati sottoposti a biopsia per cancro alla prostata presso il Norfolk and Norwich University Hospital

.

Quando i risultati sono stati confrontati con quelli della biopsia, si è osservato che il nuovo test mostrava con successo quali pazienti avevano il cancro alla prostata e quali no. ExoGrail ha fornito anche punteggi di rischio per i pazienti, evidenziando quelli per i quali sarebbe stata utile una biopsia invasiva. Secondo i ricercatori, i risultati mostrano che l’utilizzo di informazioni provenienti da più fonti di biomarcatori non invasivi ha il potenziale per migliorare notevolmente il modo in cui i pazienti con sospetto cancro alla prostata sono valutati prima di una biopsia invasiva.

“Avere test non invasivi che possono mostrare accuratamente quanto sia aggressivo il cancro alla prostata di un uomo – conclude Brewer – non solo riduce il numero di uomini che devono sottoporsi a biopsie dolorose, ma garantisce anche che venga selezionato più rapidamente il giusto tipo di trattamento per il paziente”.

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