Roma, 6 dic. – Barbara aggressione a un’infermiera del Pronto Soccorso del Cardarelli nel fine settimana; e si solleva l’indignazione dei colleghi e di tutto il personale sanitario impegnato a fronteggiare la pandemia da Covid-19.
Una situazione che i sindacati definiscono insostenibile in un documento condiviso e inviato alla Direzione Generale della struttura a cui chiedono di costitursi parte civile.
La Direzione replica in una nota: “La sicurezza dei nostri operatori è da sempre una priorità assoluta; un obiettivo che perseguiamo tramite il servizio di vigilanza”. Ma, secondo le testimonianze dei presenti, la professionista è stata avvicinata e presa a calci e pugni senza che si innalzasse uno scudo di sicurezza intorno a lei.
In attesa che venga fatta piena luce sulla vicenda e si renda giustizia alla collega così duramente colpita; tra l’altro non per la prima volta – come lei stessa racconta nella lunga intervista rilasciata al Tg1 RAI – la Fials esprime la massima solidarietà e auspica che venga applicata la nuova legge sulle aggressioni al personale sanitario.
Ricordiamo che, dopo un lungo e sofferto iter, la scorsa estate è stata approvata la legge n. 113 del 14 agosto 2020, dal titolo “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”; (entrata in vigore dal 24 settembre 2020).
La norma ha modificato l’articolo 583-quater del codice penale, riconoscendo il professionista sanitario in servizio come “pubblico ufficiale” e affermando che le lesioni personali cagionate in servizio “sono punite con la reclusione da quattro a dieci anni; le lesioni gravissime, con la reclusione da otto a sedici anni”.
La nuova legge ha aggiunto inoltre una “circostanza aggravante” all’articolo 61 del codice penale: “L’avere agito, nei delitti commessi con violenza o minaccia; in danno degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nonché di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso; funzionali allo svolgimento di dette professioni, a causa o nell’esercizio di tali professioni o attività”.
Attendiamo con ansia anche l’applicazione della norma per quanto riguarda la perseguibilità d’ufficio e non più a querela, nei casi di percosse (art. 581 codice penale) e di lesioni non gravi (art. 582 codice penale) a danno di un operatore sanitario.
Richiamiamo infine il capoverso della norme laddove prescrive che le Aziende Sanitarie vengono impegnate a stipulare specifici protocolli operativi con le forze di polizia; per garantire il loro tempestivo intervento.
E laddove considera sanzioni pecuniarie da 500 a 5.000 euro a “chiunque tenga condotte violente, ingiuriose, offensive o moleste nei confronti di personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria o di chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso funzionali allo svolgimento di dette professioni”. Mai più violenze!
Ufficio stampa FIALS
Ultimi articoli pubblicati
La procura di Ivrea è alle prese con un caso intricato che ha scosso il…
“Sulla denatalità come emergenza del Paese si sprecano fiumi d’inchiostro, eppure di interventi concreti se…
Il 4 maggio alle ore 16 a Roma, sul Ponte delle Musica, sarà presentata la terza edizione…
Autori: Liberati Nikita, Angelini Gessica, Vainella Giulia, Dentico Domenico & Zatton Margherita. “La Comunicazione è…
In Giappone un team di scienziati ha recentemente annunciato di aver condotto con successo un…
I bambini che mangiano pesce e verdure, evitando bevande zuccherate, hanno meno probabilità di sviluppare…
Leave a Comment