Il 6° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN) presentato dalla Fondazione GIMBE ha rivelato una situazione critica per i medici e gli infermieri nel sistema sanitario italiano. Il rapporto mette in luce numerosi problemi, dalla carenza di personale alle diseguaglianze regionali, che minano la qualità dell’assistenza medica.
Negli ultimi anni, il finanziamento pubblico per il SSN è stato oggetto di tagli e sottofinanziamento. Nel periodo 2010-2019, sono stati sottratti oltre € 37 miliardi, con conseguenze significative sulla qualità dei servizi. Sebbene negli anni successivi, durante la pandemia, sia stato registrato un aumento del finanziamento pubblico, questo è stato in gran parte assorbito dai costi legati alla COVID-19, senza rafforzare strutturalmente il SSN.
Nel 2022 e nel 2023, l’aumento percentuale del FSN è stato inferiore all’inflazione, dimostrando un ulteriore degrado del finanziamento pubblico rispetto ai bisogni reali.
Il rapporto GIMBE mette in luce una serie di dati critici sulla situazione del personale medico e infermieristico nel sistema sanitario italiano. Questi dati sottolineano le sfide significative che il sistema affronta nei settori chiave della forza lavoro sanitaria.
Medici
Nel 2021, il numero totale di medici in Italia ammontava a 124.506, di cui 102.491 erano dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e 22.015 erano dipendenti delle strutture equiparate al SSN. Tuttavia, il rapporto medico-popolazione varia considerevolmente da regione a regione, con un gap del 39,1%. Ad esempio, in Campania e Veneto, il rapporto è di soli 1,84 medici per 1.000 abitanti, mentre in Toscana è di 2,56. Anche se l’Italia si colloca sopra la media OCSE (4,1 medici per 1.000 abitanti), presenta un divario significativo tra i medici attivi e quelli in quota al SSN.
Nel 2021, il numero totale di infermieri in Italia era di 298.597, di cui 264.768 erano dipendenti del SSN e 33.829 erano dipendenti delle strutture equiparate al SSN. Tuttavia, il rapporto infermiere-popolazione varia notevolmente da regione a regione, con un gap dell’87,2%. Ad esempio, nella Campania, il rapporto è di soli 3,59 infermieri per 1.000 abitanti, mentre nel Friuli Venezia Giulia è di 6,72. L’Italia si colloca notevolmente al di sotto della media OCSE (6,2 infermieri per 1.000 abitanti), evidenziando una carenza significativa di personale infermieristico rispetto agli standard internazionali.
Nel 2021, il rapporto nazionale tra infermieri e medici tra il personale dipendente è di 2,4, con notevoli differenze regionali. Ad esempio, in Sicilia, il rapporto è di soli 1,83, mentre nella Provincia autonoma di Bolzano è di 3,3, con un gap dell’80,3%. Le Regioni in Piano di rientro hanno generalmente rapporti inferiori alla media nazionale, suggerendo che le restrizioni di personale hanno colpito maggiormente il personale infermieristico rispetto a quello medico. Inoltre, l’Italia si colloca molto al di sotto della media OCSE (1,5), classificandosi in Europa davanti solo a Spagna (1,4) e Lettonia (1,2).
Il Rapporto GIMBE propone una serie di azioni per affrontare questa situazione critica. Queste includono:
Il Rapporto GIMBE sottolinea l’urgente necessità di affrontare la crisi nel sistema sanitario italiano, con un’attenzione particolare alla situazione dei medici e degli infermieri.
Redazione NurseTimes
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