Varese, mamma di ragazza disabile denuncia: “Infermiere a domicilio negato nel weekend. Ci hanno abbandonato”

Federica Muller, madre di Cecilia, racconta una storia che testimionia l’inefficienza del servizio Adi (assistenza domiciliare integrata) per i minori con disabilità gravi e gravissime.

Arriva dalla Lombardia la triste storia di Cecilia, ragazza disabile di Sesto Calende (Varese), che lo scorso weekend aveva bisogno di un infermiere a casa, ma la cooperativa che avrebbe dovuto garantirglielo ha fatto sapere che mancava un’autorizzazione. E mancava perché il distretto incaricato di fornirla chiude alle 13 del venerdì e resta sempre chiuso di sabato e domenica.

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Con buona pace di Cecilia e di sua mamma, Federica Muller, che pure quell’autorizzazione l’aveva richiesta più di due mesi fa, per l’esattezza il 28 novembre. A denunciare l’accaduto, che testimonia l’inefficienza del servizio Adi (assistenza domiciliare integrata) per i minori con disabilità gravi e gravissime, è la stessa Federica, attraverso una lettera inviata a varie testate giornalistiche. La rilanciamo di seguito.

“Tutto inizia venerdì 28 gennaio 2022. Cecilia viene ricoverata in day hospital all’ospedale Del Ponte di Varese, nuovamente, per ulteriori accertamenti. Sono giorni difficili, in cui la malattia è tornata a ‘picchiare forte’ e in cui lei sta ancora combattendo come una leonessa per sconfiggere una brutta infezione che la sta mettendo a dura prova. Dopo una serie di analisi e terapie, si decide con i medici di iniziare subito l’antibiotico, e poi rientrare a casa nel fine settimana per tornare lunedì a nuovo controllo. Pre-allerto allora il servizio Adi territoriale, a cui siamo in carico, per un intervento infermieristico nei giorni di sabato e domenica, in modo da poter proseguire la terapia antibiotica intramuscolare prescritta dal medico ospedaliero.

Ed ecco l’amara risposta dell’operatore della cooperativa che dovrebbe effettuare il servizio (chiaramente data solo verbalmente al telefono): ‘NO, SIGNORA, LA SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI NON RIENTRA NELLE COMPETENZE INFERMIERISTICHE ADI. È DI COMPETENZA MEDICA E RICHIEDE COMUNQUE L’AUTORIZZAZIONE DA PARTE DEL DISTRETTO’.

Il Distretto Adi di Sesto Calende all’una di venerdì ha già cessato il servizio (come se si potesse scegliere quando ammalarsi). L’intervento, quindi, non verrà fatto da parte di infermieri della cooperativa, unica sul territorio, a cui siamo stati costretti ad affidarci a causa di una grave carenza di operatori sul territorio.

La criticità dell’abbandono sanitario sul nostro territorio, nonostante le numerose segnalazioni anche dell’Associazione Amici di Tommy e Cecilia agli uffici di competenza Asst Settelaghi, Ats Insurbia e Regione Lombardia, purtroppo ad oggi non ha ancora avuto nessuna risposta. A Cecilia, oggi, viene NEGATO UN DIRITTO, NEGATA LA CURA al domicilio, disattendendo di fatto quanto previsto sia dalle indicazioni Lea (livelli essenziali di assistenza) che dalle direttive regionali di Regione Lombardia Adi.

Ancora una volta mi trovo costretta ad affidarmi al buon cuore a e alla disponibilità di MEDICI amici, che per fortuna ci aiuteranno a gestire questa delicatissima fase che sta attraversando Cecilia. In caso contrario, sarei stata costretta a lasciarla ricoverata in ospedale o a pagarmi privatamente un infermiere, nonostante Cecilia sia presa in carico dal servizio Adi da 14 anni. Abbandonare un minore con disabilità gravissima, senza cura, é una situazione assolutamente vergognosa, senza senso e senza morale! Abbiamo provato a credere ancora una volta in un sistema che invece non ha fatto altro che abbandonarci di nuovo!”.

Redazione Nurse Times

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