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Umberto Sardella: “L’infermiere e il medico sono il braccio e la mente del sistema sanitario”

“Il fatto che un cittadino malato debba ricorrere alle proprie risorse economiche per poter affrontare malattie più complicate, come possono essere i tumori di vario grado o le malattie genetiche, è fuori da ogni logica rispetto alla Costituzione italiana, dove la salute deve essere gratuita per tutti” queste sono le parole di Umberto Sardella , attore e comico italiano noto al pubblico pugliese per le sitcom “Very Strong Family” e “Mudù”, che parla degli infermieri in un’intervista per Nurse Times.

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L’infermiere – per il comico pugliese – è un ruolo fondamentale e molto delicato nella sanità, lo ritengo il primo intermediario tra il medico e il paziente, perché il primo una volta che ha fatto la diagnosi ed improntato la cura sparisce, mentre quello che segue il secondo in realtà è l’infermiere. Tutti i servizi connessi alla cura del cittadino malato sono date a lui, credo che bisogna tenerlo in considerazione tanto quanto il medico. Sono due figure complementari, diciamo uno il braccio e l’altro la mente, e sono entrambi fondamentali per l’assistenza del degente”.

Per Sardella, bisognerebbe insegnare agli infermieri a diventare dei comici, tramite metodi come la terapia del sorriso: “Non tutti gli infermieri hanno questa capacità, ma se riescono a far affrontare al paziente i suoi problemi con un sorriso possono migliorarne la terapia e facilitarne la guarigione”.

Riguardo il titolo accademico infermieristico, l’attore considera la laurea un vantaggio perché in questa maniera si può garantire all’infermiere una preparazione professionale, ma teme che possa diventare in seguito un pretesto per farsi aumentare lo stipendio: “Non vorrei si cada nello stessa trappola del medico che, essendo laureato, comincia a chiedere più soldi di prima … questo è l’unico handicap che vedo per una laurea”.

Continua il suo intervento parlando delle difficoltà occupazionali degli infermieri: “Quello che vorrei lanciare ai politici non è un messaggio, ma un solido mattone per poter rompere la testa a quel marciume che sta a Roma a governarci, perché non hanno ancora capito la logica. Siamo un popolo di una creatività infinita ma non troviamo spazi in Italia perché siamo affogati tra burocrazia e debiti, e l’unica soluzione rimane andare all’estero. Nel vostro caso, coloro che emigrano fanno bene perché trovano un’occupazione,essendo molto richiesti”.

Concludendo l’intervista, Umberto Sardella saluta così gli infermieri italiani: “Continuate a fare il vostro lavoro con entusiasmo , lo dico con estrema convinzione. Qualsiasi impiego, se non viene fatto con passione in ogni ora della giornata, ti pesa, e chi è di fronte se ne accorge; il segreto è quello di metterci il massimo fervore in quello che si fa”.

Savino Petruzzelli

Redazione Nurse Times

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