Tromboembolismo venoso, studi dimostrano l’efficacia di edoxaban

Il gruppo farmaceutico Daiichi Sankyo sostiene che il principio attivo dotato di attività anticoagulante riduca incidenza di sanguinamento e recidive.

Durante il Congresso virtuale della Società internazionale di trombosi ed emostasi (ISTH) 2020 il gruppo farmaceutico Daiichi Sankyo ha presentato cinque abstract dai registri ETNA-VTE globale ed europeo, gli studi di sicurezza non interventistici che valutano edoxaban nella pratica clinica quotidiana su 4.595 pazienti (età media 64 anni) con tromboembolismo venoso.

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“Questi risultati dal mondo reale – spiega Alexander T. Cohen, medico vascolare ed epidemiologo al Guy’s and St. Thomas’ Hospital del King’s College di Londra – forniscono ai clinici ulteriori prove della sicurezza e dell’efficacia di edoxaban in specifiche popolazioni di pazienti affette da TEV considerate ad alto rischio o con comorbilità. Ciò è particolarmente significativo per i pazienti anziani e per coloro che li curano, poiché gli anziani sono maggiormente a rischio a causa dell’elevata prevalenza di comorbidità predisponenti e malattie acute, che rendono edoxaban un trattamento adeguato per questa popolazione”.

Una sottoanalisi globale (abstract PB2409) ha mostrato che a 12 mesi l’incidenza di sanguinamento maggiore era bassa in tutte le fasce di età, le recidive di TEV diminuivano con l’aumentare dell’età e la mortalità per tutte le cause, come atteso, aumentava con l’età. Tuttavia la maggior parte delle mortalità non era correlata al sistema cardiovascolare.

Globalmente si è osservato che a 12 mesi:
• La recidiva di TEV si è verificata nel 3,65% dei pazienti di età <65, nel 2,83% di quelli di età ≥65- <75, nel 2,30% di quelli di età ≥75- <85 e 3,07% di quelli di età ≥85.
• Il sanguinamento maggiore, come definito dall’ISTH, si è verificato nell’1,34% dei pazienti di età <65, nel 3,16% dei pazienti di età ≥65- <75, nel 2,97% dei pazienti di età ≥75- <85 e nel 5,72% dei pazienti di età ≥85.
• La mortalità correlata al sistema cardiovascolare si è verificata nello 0,35% dei pazienti di età <65 anni, nell’ 1,08% di pazienti di età ≥65- <75, nel 1,96% di pazienti di età ≥75- <85 e nel 3,04% di pazienti di età ≥85.

La prima di due sotto-analisi europee (abstract PB2461) ha mostrato bassa incidenza di sanguinamento maggiore e di recidive di TEV sia in pazienti con embolia polmonare (EP), con o senza trombosi venosa profonda (TVP), sia in pazienti con sola TVP. I pazienti con EP, con o senza TVP, presentavano una tendenza ad un rischio più elevato di mortalità e a eventi emorragici rispetto a quelli con la sola TVP, ma presentavano anche caratteristiche di rischio di base più elevate.

Nel gruppo di eventi TEV dell’indice europeo, per anno, si è osservato che:
• Il sanguinamento maggiore si è verificato nel 2,39% dei pazienti con EP, con o senza TVP, e nell’1,57% dei pazienti con sola TVP.
• La recidiva di TEV di qualsiasi tipo si è verificata nel 2,89% dei pazienti con EP, con o senza TVP, e nel 2,78% di quelli con sola TVP.

La seconda sotto-analisi europea (abstract PB2432), che ha stratificato i pazienti in base all’indice di massa corporea (BMI 18,5- <25 kg / m2 [peso normale], BMI 25- <30 kg / m2 [sovrappeso], BMI ≥30 kg / m2 [obeso]), ha dimostrato che l’obesità non ha influenzato in modo sostanziale i rischi di recidive di TEV e altre complicanze emorragiche.

Nel gruppo BMI europeosi è osservato che a 12 mesi:
• La recidiva di TEV si è verificata nel 2,67% dei pazienti complessivamente (2,44%, 2,83% e 2,71% rispettivamente).
• Sanguinamenti maggiori si sono verificati nell’1,69% dei pazienti (1,75%, 2,00% e 1,11% rispettivamente).
• La mortalità per tutte le cause si è verificata nel 2,16% dei pazienti complessivamente (rispettivamente 2,97%, 1,77% e 2,39%).

“Questi sono importanti, nuove evidenze dal mondo reale, che si aggiungono alla crescente base di conoscenze su edoxaban, supportando il suo utilizzo in una vasta gamma di pazienti con TEV – sostiene Wolfgang Zierhut, responsabile dell’Area terapeutica antitrombotica e cardiovascolare di Daiichi Sankyo Europa –. Noi di Daiichi Sankyo ci impegniamo a continuare la valutazione della sicurezza e dell’efficacia di edoxaban in un’ampia gamma di pazienti cardiovascolari attraverso ETNA-VTE e altri studi inclusi nel programma di ricerca clinica Edoxaban, EDOSURE”.

Ulteriori risultati di altri due abstract da ETNA-VTE globale ed europeo (PB2478 e PB2434) hanno mostrato che il rischio di sanguinamento elevato rispetto a quello basso (come identificato dal punteggio TEV-BLEED) era associato a un rischio di recidiva di TEV simile, ma a maggiore mortalità per tutte le cause e cardiovascolare e a più elevata incidenza di sanguinamento di qualsiasi tipo o categoria. Inoltre tali risultati hanno messo in evidenza che edoxaban è ampiamente utilizzato in modo adeguato nella pratica clinica in Europa, rispettando le raccomandazioni per l’inizio del trattamento, il dosaggio e gli aggiustamenti di dosaggio in popolazioni di pazienti speciali.

ETNA-VTE fa parte del programma globale ETNA, che è il più grande e completo archivio di dati di pratica clinica di routine sull’uso, l’efficacia e la sicurezza di un singolo NAO in pazienti con fibrillazione atriale o tromboembolismo venoso. Questo studio è anche uno degli oltre dieci studi randomizzati e controllati, registri e studi clinici non randomizzati che compongono il Programma di ricerca clinica Edoxaban, EDOSURE.

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