Al contrario dei cittadini Ue, che in Italia hanno diritto all’assistenza come se fossero nel loro Paese, i turisti provenienti da Paesi extra Ue, in base ai tariffari regionali, dovrebbero pagare le cure di cui usufruiscono. Molti di loro, però, contravvengono a questo obbligo, previsto per legge. Ecco perché la Regione Toscana intende porre in atto, attraverso apposita delibera, meccanismi che garantiscano il pagamento delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario regionale prima che gli interessati tornino a casa.
“In Toscana almeno la metà dei turisti non salda il conto da pagare con bollettino o con bonifico, e una volta partiti è impossibile recuperare le somme”, fanno sapere dalla Regione. Tra le ipotesi allo studio, quella di bloccare attraverso sulla carta di credito del turista una somma come franchigia per l’eventuale prestazione.
In pratica, ai turisti si dovrebbero chiedere le tariffe regionali delle singole prestazioni ricevute, un forfait giornaliero per il ricovero in osservazione breve intensiva (se necessario) e l’eventuale, successivo, costo di degenza nei reparti. Niente sarà dovuto, invece, nel caso di malattie infettive, perché in questo caso la cura e il ricovero riguardano non solo la salute del singolo, ma la prevenzione collettiva, così come previsto dall’Oms.
L’assessorato alla Sanità è stato dunque incaricato di introdurre procedure per riscuotere con maggior certezza quanto dovuto per le prestazioni sanitarie erogate ai turisti stranieri, non apolidi, che provengono da Paesi extra Ue, a eccezione dei cittadini svizzeri o di alcuni Paese con cui l’Italia intrattiene rapporti di reciprocità assistenziale. La delibera a cui lavora la Toscana è attesa entro fine mese
e potrebbe fare da battistrda per le altre Regioni.“A Santa Maria Nuova, a Firenze, come sulla costa una marea di turisti affolla i pronto soccorso – spiega il governatore della Toscana, Eugenio Giani -. L’intervento è semplice: così come oggi, se andiamo negli Stati Uniti, sappiamo che dobbiamo farci un’assicurazione sanitaria per evitare costi non banali nel caso di ricovero in un pronto soccorso, così è giusto che gli stranieri che vengono in Italia da un Paese extraeuropeo facciano altrettanto, per un principio di reciprocità”.
Conclude Giani: “Quelle risorse in più che riscuoteremo potranno essere utilizzate per la giusta remunerazione del personale dei pronto soccorso, ma anche per abbattere magari le liste d’attesa, vista la sostanziale inefficacia del decreto del Governo”.
Redazione Nurse Times
Articoli correlati
Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes
Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi
Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org
Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari
La Corte di Cassazione torna ad affrontare l’annosa questione del diritto alla mensa nel settore…
Un infermiere in servizio al Pronto soccorso dell’Aou Gaetano Martino di Messina è stato aggredito durante il turno di notte dai…
Il consigliere nazionale Maurizio Zega (foto) è intervenuto in audizione alla Camera per esprimere il…
Dopo 24 mesi di trattamento con stimolazione magnetica cerebrale transcranica statica, oltre il 70% dei…
All’ospedale Molinette di Torino una giovane donna svedese, inviata dal miglior ospedale d’Europa e sesto…
L'ipoglicemia è una condizione difficile da definire nei neonati, ma è generalmente definita quando la…
Leave a Comment