Toscana, ancora violenza negli ospedali

Due aggressioni ai danni del personale sanitario si sono verificate la scorsa settimana a Massa e a Firenze.

Venerdì sera i carabinieri del nucleo radiomobile hanno arrestato un paziente 31enne che stava scatenando il finimondo al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze. L’uomo, di nazionalità tunisina e senza fissa dimora, era già noto alle forze dell’ordine. In evidente stato di alterazione alcolica, è finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Ha infatti cercato di colpire con una testata al volto un militare (senza riuscirci) e, in precedenza, se l’era presa con un’infermiera e una guardia giurata, insultandoli, aggredendoli con una sedia, sferrando pugni e calci. Il vigilante ha riportato lesioni guaribili in dieci giorni.

Due giorni prima (mercoledì) un episodio analogo si era verificato nel reparto di Psichiatria del Noa di Massa (foto), dove un paziente aveva aggredito e picchiato due infermiere e una operatrice sociosanitaria. Un episodio che ha scosso i lavoratori della sanità, suscitando l’intervento dell’Opi Massa Carrara. «L’Ordine esprime piena solidarietà alle colleghe infermiere e all’operatrice sociosanitaria coinvolte nell’ennesima violenza nei nostri ospedali durante lo svolgimento del loro lavoro – dice il presidente Morena Fruzzetti. Nella loro organizzazione le Asl devono prevedere precisi protocolli a tutela del personale sanitario, in particolare in reparti delicati come quelli di Psichiatria e Pronto soccorso. Gli infermieri sono ogni giorno al fianco dei cittadini con umanità, professionalità e competenza».

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Giovanni Grasso, coordinatore degli Opi toscani ha dichiarato: «Episodi come questo

si ripetono praticamente ogni giorno in tutta Italia. É necessario far comprendere a tutti che è intollerabile l’uso della violenza nei confronti di chi, anche in momenti drammatici o concitati, sta lavorando per salvare delle vite. Auspico che il disegno di legge su questo argomento, in discussione in Commissione Sanità del Senato, abbia una decisa accelerazione, magari rafforzato dalla proposta di procedibilità d’ufficio, presentata sotto forma di emendamento».

Sulla vicenda è intervenuto anche anche il consigliere regionale Giacomo Bugliani: «Piena solidarietà alle due infermiere e all’operatrice socio-sanitaria. Reputo inaccettabile che si possa correre il rischio di simili aggressioni, soprattutto in un reparto come Psichiatria, dove evidentemente non è infrequente venire a contatto con realtà difficili e pericolose, ancorché dettate da situazioni contingenti e particolari. Per questa ragione faccio mie le parole dei rappresentanti provinciali e regionali dell’Ordine delle professioni infermieristiche, e credo sia necessario tutelare maggiormente professionisti che, ogni giorno, si occupano della salute e della vita di tutti i cittadini. Utili in tal senso possono essere protocolli aziendali a tutela del personale, ma fondamentale è anche una riforma legislativa nazionale che preveda un rafforzamento della tutela per chi subisce aggressioni o incidenti nello svolgimento della professione sanitaria. Mi impegnerò a portare la faccenda all’attenzione del consiglio regionale, proponendo una mozione che cerchi di accelerare presso il Parlamento nazionale l’adozione di tutti i provvedimenti utili allo scopo».

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Tirreno

 

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