Test sui capelli rilevano cocaina: si sviluppano nuove terapie di contrasto alla dipendenza

Test sui capelli per valutare il consumo di cocaina potrebbero diventare uno strumento innovativo per monitorare la risposta clinica di pazienti tossicodipendenti.

A spiegarlo è uno studio nato dalla collaborazione tra l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Novella Fronda appena pubblicato su Biology e riportato sul sito ufficiale di Iss. Lo studio mostra come i metodi utilizzati per individuare l’abuso di sostanze su matrice pilifera possono essere utilizzati per il monitoraggio della risposta clinica di pazienti affetti da Disturbo da uso di Cocaina (DUC) che si sottopongono ad un trattamento innovativo di stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS).

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Negli ultimi anni, infatti, numerosi studi clinici hanno dimostrato che la rTMS, metodica di stimolazione cerebrale non invasiva, stimolando un’area frontale del cervello (dorsolateral prefrontal cortex – DLPFC) è efficace per ridurre il craving e i sintomi di perdita di controllo legati alla dipendenza. Clinicamente, i metodi utilizzati di routine per monitorare il consumo di sostanze – screening tossicologico su urine, report del paziente stesso o dei suoi familiari – sono influenzati da numerosi fattori e offrono una finestra temporale molto ristretta.

Per questo motivo, il gruppo di ricerca ha utilizzato una metodica validata per la determinazione delle droghe di abuso su matrice pilifera per verificare la concordanza tra la valutazione clinica del consumo di droga e le risultanze su matrice pilifera.

In questo studio sono stati prelevati campioni piliferi (capelli) da 9 pazienti affetti da DUC in fasi diverse dall’inizio del trattamento mediante rTMS. In quattro pazienti con CocUD, è stata confermata l’astinenza prolungata, grazie alla concordanza tra i risultati dell’analisi della matrice pilifera e quelli provenienti dal report del paziente e dallo screening urinario. Negli altri casi è stato possibile confermare la riduzione del consumo di cocaina così come riportato dal paziente e dallo screening tossicologico su urine. In due casi è stato possibile osservare che, a fronte di un miglioramento del pattern di utilizzo di cocaina, i soggetti hanno presentato un aumento del consumo di THC (cannabis).

“Questo studio, seppur condotto su un piccolo numero di pazienti – hanno commentato i ricercatori del Centro nazionale dipendenze e doping dell’ISS – ci ha permesso di dimostrare che la determinazione delle droghe di abuso su matrice pilifera può essere applicata di routine in un contesto clinico per valutare l’efficacia di un trattamento innovativo, come la rTMS, per la dipendenza da cocaina“.

Cristiana Toscano

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