All’evento sono stati presentati i risultati di una task force sul tele monitoraggio dei pazienti trattati con ventilazione meccanica domiciliare, col fine di evidenziare come progresso tecnologico e potenziamento della telemedicina siano la chiave per erogare all’utenza un’assistenza domiciliare di qualità.
Ma…per spiegarla alla popolazione che ancora non conosce questo tipo di servizio… com’è che funziona, in pratica, il servizio di telemedicina?
Così la racconta, in breve, Michele Vitacca, Responsabile del Gruppo di Studio AIPO Pneumologia Riabilitativa e Assistenza domiciliare: “Il sistema di tele monitoraggio domiciliare prevede che vi siano degli strumenti di connessione che consentono al paziente di inviare informazioni a un centro che raccoglie i dati e li invia al prescrittore che può essere un ospedale o una struttura che gestisce il paziente. Solitamente, presso il centro c’è un infermiere, adeguatamente formato che, attraverso l’incrocio delle informazioni cliniche e biologiche, fornisce risposte direttamente al paziente oppure contatta uno specialista o il medico di base”.
Un sistema decisamente tecnologico, quindi. Dove però c’è una figura professionale importantissima: l’infermiere. “Questa figura, chiamata anche Case Manager, ha un ruolo fondamentale nella gestione domiciliare del paziente. Il suo intervento può evitare inutili accessi al pronto soccorso. Può essere pensato come un cancello che regola il bisogno sanitario in tempo reale”.
Il documento prodotto dalla task force fornisce diverse indicazioni circa le modalità di gestione del paziente, i parametri clinici, la strumentazione necessaria, la trasmissione dei dati e tutte le altre informazioni riguardanti i sistemi di tele monitoraggio
.“Attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica pubblicata fra il 2013 e il 2015 e la condivisione delle esperienze maturate nei vari paesi europei abbiamo definito dei suggerimenti/raccomandazioni circa il tele monitoraggio del paziente in ventilazione meccanica. Ciò che emerge dall’analisi della letteratura è ancora contraddittorio. Non si può pensare a un utilizzo indiscriminato di questi sistemi. Come accade in tutte le novità cliniche è necessario una posizione equilibrata che non si lasci ammaliare dai facili entusiasmi ma che nel contempo disdegni atteggiamenti di chiusura verso ciò che nuovo e innovativo”… “Il punto è contestualizzare: una stessa tecnologia può essere utile per una tipologia di paziente ma non per un’altra”, spiega Vitacca.
Ma più specificatamente, in quali scenari clinici potranno trovare applicazione questi nuovi sistemi e queste nuove tecnologie? Secondo l’esperto, “La maggiore risposta si può avere nella gestione di pazienti affetti da malattie neuromuscolari disabilitanti come la sclerosi laterale amiotrofica. Altra tipologia di pazienti è rappresentata da coloro che soffrono di problemi respiratori durante il sonno. In questo contesto il tele-monitoraggio può dare un grosso supporto ai fini diagnostici e prescrittivi, nonché in termini di controllo di aderenza alla terapia. Il tele monitoraggio può inoltre essere d’aiuto nelle campagne educazionali volte a promuovere cambiamenti degli stili di vita nei pazienti che soffrono di disturbi nel sonno che siano obesi e/o ipertesi”.
Le variabili, per quanto riguarda l’applicazione e l’eventuale successo di questi nuovi sistemi all’avanguardia, sono perciò molte. Il responsabile ci tiene però a sottolineare come “maggiore è la fragilità sociale e clinica, la disabilità e il consumo di risorse sanitarie del paziente, migliori saranno i risultati ottenuti attraverso il tele monitoraggio”.
E forse, ci piace molto pensarlo, anche in alcuni addetti ai lavori.
Redazione Nurse Times
Fonte: Popular Science
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