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Svizzera, infermieri pronti allo sciopero

Le rivendicazioni della categoria in occasione della Conferenza professionale delle cure e dell’assistenza, organizzata a Berna dal sindacato Unia.

“Se il Consiglio federale continuerà a tergiversare nell’attuazione dell’iniziativa per cure infermieristiche forti, altre 15mila lavoratrici e lavoratori lasceranno la professione”. Questo il grido di allarme lanciato per l’ennesima volta dal personale curante in occasione della Conferenza professionale delle cure e dell’assistenza, organizzata a Berna dal sindacato Unia. Il personale curante rivendica misure immediate e si dice pronto allo sciopero delle donne, colonna portante del settore, in programma il prossimo 14 giugno. L’intento è di richiamare l’attenzione sulla situazione e sulle rivendicazioni sia nei luoghi di lavoro sia nelle piazze.

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La proposta avanzata dall’Esecutivo, a detta dei professionisti, sta andando nella giusta direzione, ma non è ancora sufficiente. Mancano infatti standard minimi vincolanti per migliorare le condizioni di lavoro in tutta la Svizzera, o ancora lamentano che nella determinazione del numero minimo di infermieri per reparto non è previsto il coinvolgimento del personale. Inoltre sottolineano che un adeguato finanziamento delle cure non può passare da un ulteriore aumento dei premi di cassa malati, che avrebbe ricadute sociali inaccettabili.

Il Consiglio federale ipotizza le misure entro il 2027. Ma di questo passo il numero di lavoratrici e lavorati che sceglieranno di abbandonare la professione sarà sempre più elevato. Ecco dunque che il personale curante ha avanzato cinque misure necessarie nell’immediato. Una fra tutte, l’equiparazione di salario tra generi, considerando che più dell’80% del personale di cura è donna. Nei settori sanitario e sociale, infatti, le donne guadagnano in media ben 1.602 franchi in meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. I professionisti chiedono dunque parità di retribuzione all’interno del settore sanitario e parificazione dei salari con le professioni tipicamente maschili.

Si richiede inoltre una riduzione del tempo di lavoro, aumentando la retribuzione del 20%, affiancata da un incremento sostanziale dei supplementi e dei crediti di tempo esistenti, nonché l’introduzione di supplementi per modifiche dei piani di lavoro a corto termine. Oltre alle vacanze: almeno cinque settimane fino a 49 anni, sei settimane dai 50 anni e sette settimane dai 60 anni. Da rivedere la registrazione della durata del lavoro. Per esempio devono essere considerati il tempo impiegato per cambiarsi e per le trasferte da un intervento Spitex all’altro. Infine è fatta richiesta di un’indennità per la custodia dei figli, complementare alla famiglia.

Queste sarebbero le prime, essenziali misure da mettere in campo per convincere gli infermieri a rimanere. A soffrire di queste difficili condizioni di lavoro e della carenza di personale sono anche i residenti delle case anziani e i pazienti. Invitano dunque a un riflessione sul significato di buone cure e sul tipo di assistenza che si vuole dare a coloro che non sono più autosufficienti.

Redazione Nurse Times

Fonte: Moneymag.ch

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