È il caso di un Collega che ha deciso di descrivere con un genere di narrativa in prosa quella che è la vita all’interno di una Terapia Intensiva, lasciando ai lettori argomenti fertili per dibattiti .
Il romanzo, dal titolo “Dietro la Maschera”, è stato scritto da Pasquale Dente, con una connotazione che seppur opera di fantasia con riferimento a luoghi, oggetti, persone puramente casuale, delinea la reale ed inconfutabile realtà lavorativa all’interno delle Terapie Intensive italiane.
“Dietro la maschera assume un titolo significativo in questo romanzo rappresentante la dolorosa vita che stiamo attraversando a causa del Coronavirus, conosciuto anche come Covid 19. Un virus letale che sta seminando morte in tutto il mondo. L’autore dedica a questo buio periodo esistenziale e mondiale una storia con protagonisti un gruppo di giovani, che si ritrovano appunto a vivere ogni giorno H24 dietro la maschera (la cosiddetta mascherina chirurgica che protegge prevenendo la trasmissione del virus). Protagonista è proprio Lucia, voce narrante a sua volta, che lavora come infermiera e descriverà appunto l’ambiente professionale con profonda autenticità.
Insieme a Lucia ci sono altri personaggi rappresentati da ragazzi, originari da varie parti della penisola, soprattutto del sud Italia, migrati al nord per cercare fortuna.
Il gruppo di amici protagonisti inizia a sentire il boom dinotizie sull’espandersi del virus quando è in vacanza in Egitto, per poi tornare a casa e vivere direttamente sulla propria pelle tale inferno. All’improvviso il mondo di tutti cambia, soprattutto quello delle nuove generazioni e degli attuali giovani, che dovranno sacrificarsi per rinunciare alla vita sociale, ai divertimenti e anche agli abitudinari gesti (carezze, abbracci, saluti, baci) tra amici e familiari. Mascherine, guanti e gel igienizzante diventeranno i continui compagni della vita di tutti i giorni.
Una prosa che si divide tra narrativa contemporanea, umana, introspettiva, esistenziale e psicologica e il genere medical romance, oggi molto in voga. Una vicenda che riprende episodi di vita vera nell’attuale situazione della pandemia con un messaggio morale per i giovani, oltre ad avere loro stessi come protagonisti.
Una trama che non ha niente di scontato o di banale, ma cela qualcosa di veramente significativo e sorprendente. Lo scrittore ha saputo analizzare le emozioni della protagonista Lucia, facendola diventare anche un po’ sé stesso, ma è riuscito a districarsi bene anche negli stati d’animo degli altri personaggi. Si percepisce subito che l’autore vive ogni giorno la sua professione d’infermiere nel reparto di terapia intensiva: il suo è un racconto vivido e toccante. Arricchisce il romanzo, però, anche di unlato ironico e divertente attraverso alcune battute relative alla complicità del gruppo di amici e alle telefonate tra Lucia e i suoi genitori. Una narrazione che mantiene l’equilibrio fra drammaticità quotidiana e il sorriso della gioventù.
Un finale inoltre che fa riflettere il lettore sui tanti temi attuali, esistenziali, sociali, culturali e religiosi. Un epilogo che sfiora una vena psico-crime contemporanea e per certi versi diabolica e agghiacciante”.
CALABRESE Michele
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