Secondo i dati forniti dal direttore generale al Welfare Giovanni Pavesi, la spesa media per questi medici dal gennaio all’agosto del 2023 è stata di oltre 27 milioni di euro. Questa cifra allarmante ha portato molte persone a chiedersi se il sistema sanitario necessiti di una riorganizzazione fondamentale.
Un esempio significativo di questa spesa e dei tentativi di affrontarla è l’Asst di Melegnano, dove nel solo 2023 si prevede di spendere oltre 1 milione e 876mila euro per i medici gettonisti. Di questi, 476mila euro sono stati spesi per il pronto soccorso di Vizzolo. La direttrice amministrativa dell’Asst, Maria Luisa Barone, spiega che l’ente ha stipulato contratti con alcune cooperative per coprire i turni dei medici. Tuttavia, l’Asst ha introdotto clausole per valutare l’idoneità dei medici inviati e per cercare di garantire una certa stabilità nei nominativi.
Inoltre, la situazione è differente nel Lodigiano, dove il servizio di trasporto dei pazienti tra i reparti e la sala operatoria affidata agli oss è stato appaltato a una società di servizi. Il cosiddetto “gettonista” non è più utilizzato dal 2021, con l’unica esternalizzazione dei medici limitata alle necessità temporanee. La direzione sta lavorando su bandi che permettano di coinvolgere colleghi liberi professionisti per garantire continuità in coordinamento con i primari.
Ad esempio, a Sant’Angelo, un ospedale di comunità, l’Asst ha recentemente rinnovato un accordo con una società di servizi per il personale infermieristico, cercando nel contempo di assumere direttamente attraverso concorsi pubblici.
Questi sforzi testimoniano la necessità di una ristrutturazione profonda nel settore sanitario lombardo per garantire una gestione più efficiente delle risorse umane e una maggiore stabilità nel personale medico e infermieristico. La speranza è che queste iniziative contribuiscano a ridurre la spesa e migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria in Lombardia. Come afferma la consigliera regionale Roberta Vallacchi, “Dai numeri, è evidente che serva una riorganizzazione del sistema sanitario. Bisogna trovare un modo perché il personale si senta gratificato”.
Redazione NurseTimes
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