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Sicilia, costretto a chiudere l’Onlus e a “scappare”: colpa di un’aggressione

L’associazione Nessuno tocchi Ippocrate racconta la triste storia di Enrico Perricone, presidente della Belice Soccorso Onlus. Tutto è cominciato nel marzo 2019…

“Per colpa di un’aggressione il titolare di una Onlus ha dovuto abbandonare la Sicilia”. Inizia così il post di denuncia pubblicato sulla propria pagina Facebook dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, che riferisce un episodio risalente al 5 marzo 2019.

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“Al termine del servizio sanitario prestato in occasione del Carnevale di Vita il personale operante in ambulanza della Belice Soccorso Onlus é stato vittima di un gravissima aggressione. Alcuni individui hanno tentato di appropriarsi del mezzo di soccorso. Come conseguenza, il ferimento e una brutta frattura a carico di uno dei due sanitari, il quale ha di fatto impedito che il mezzo di soccorso cadesse in mani sbagliate. I fatti sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Marsala e sono scattate le indagini, che avrebbero portato i carabinieri a identificare e fermare quattro uomini”.

Nessuno tocchi Ippocrate riporta poi le dichiarazioni rese all’epoca da Enrico Perricone, presidente della Belice Soccorso Onlus: “Continueremo con più entusiasmo il nostro servizio a beneficio della collettivitá, perché é nostro dovere. Questo fatto, seppur increscioso, non cambia il fine della nostra opera per la salvaguardia della salute pubblica. Questi siamo noi, e noi facciamo la differenza. Vale la pena di ricordare che gli operatori sanitari svolgono un servizio pubblico, quindi sono pubblici ufficiali in esercizio delle loro funzionia e di certo non sono e non devono essere un bersaglio”.

Le cose, però, sono andate diversamente: “Purtroppo quel servizio non è continuato ed Enrico Perricone non solo ha dovuto chiudere la Onlus, ma è dovuto scappare via dalla Sicilia in quanto gli aggressori, come lo stesso Perricone confessa a NTI, sarebbero persone vicine al boss della mafia Matteo Messina Denaro. Attualmente vive in località segreta, senza scorta e senza tutele da parte dello Stato. In pratica una vittima della mafia che ha perso tutto nel giro di pochi giorni. Riflettete!”.

Redazione Nurse Times

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