Infermiere e rischio Infettivo

Sei ancora convinto di non aver bisogno della vaccinazione antinfluenzale?

Proviamo a spiegare perché è importante immunizzarsi.

“Sono 802mila i casi registrati nella prima settimana del 2018, per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 3 milioni di casi. Lo stesso si osserva anche attraverso la sorveglianza dei casi gravi confermati di influenza, ricoverati in terapia intensiva, che dall’inizio della sorveglianza (settembre 2017) sono in totale 170, di cui 30 deceduti”. 

Questi i dati riportati dal portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica a cura del Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute dell’Istituto Superiore di Sanità, a proposito dell’epidemia influenzale in corso. È proprio dai dati che bisogna partire per cercare di spiegare perché valga la pena vaccinarsi contro l’influenza e perché, nel farlo, non si debba pensare solo a proteggere se stessi, ma anche chi, tra chi ci sta accanto, è più debole o fragile.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


Aaron E. Carroll.

Nel portare avanti il dispiegarsi del filo logico delle mie riflessioni a proposito di questi dati è venuto in mia aiuto un articolo pubblicato, proprio in questi giorni, sul New York Times a firma di Aaron E. Carroll, professore di Pediatria della facoltà di Medicina dell’Università dell’Indiana. In questo articolo Carroll cerca di spiegare perché sia necessario che le persone, anche quelle cosiddette non a rischio, si vaccinino. Egli sostiene che uno dei maggiori problemi nel cercare di convincere le persone a immunizzarsi e a fare il vaccino antinfluenzale è che non ne sentano realmente la necessità, né tantomeno la pressione. Basta leggere i commenti feroci sui social, pro o contro, per rendersi conto di quanto il pensiero del professor Carroll sia veritiero.

L’influenza, tra tutte le malattie infettive, è forse, per l’opinione pubblica, quella della quale ci si debba preoccupare meno. Eppure non mancano nella storia episodi pandemici di grande portata. Chi non ha mai sentito parlare della “spagnola”, che decimò la popolazione globale a cavallo tra il 1918 e il 1920? Basti pensare che un terzo della popolazione mondiale ne fu colpita. In sei mesi, tra la fine del 1918 e l’inizio del 1919, l’influenza spagnola colpì un miliardo di persone, uccidendone circa 50 milioni.

L’influenza si diffonde facilmente. Nel 2014, secondo i dati del CDC (Centro per la Prevenzione e il Controllo delle malattie) di Atlanta, oltre 57mila persone sono morte di influenza/polmonite. Per quell’anno l’influenza è stata l’ottava, tra le cause di morte più comuni, ma anche quella, fra le prime dieci, più facilmente prevenibile. Si pensi, come ci ricorda sempre Carroll, che nello stesso anno una delle malattie a cui si accompagna una stigmatizzazione come poche altre, ossia l’HIV, ha contato poco più di 6.700 decessi. Eppure le persone continuano a temere l’HIV molto più dell’influenza.

“È possibile – afferma Carroll – che così tanti adulti ignorino il pericolo perché raramente li colpisce direttamente. La maggior parte delle ospedalizzazioni e delle morti avvengono tra i bambini e gli anziani. Le percentuali di ospedalizzazione di coloro che hanno meno di 5 anni di età sono il doppio di quelle degli adulti sotto i 50 anni. Le percentuali tra coloro che hanno superato i 65 anni possono essere 10 volte superiori a quelle degli altri adulti. Quasi i due terzi dei decessi si verificano tra le persone anziane”.

Il CDC ha stimato che nella stagione influenzale 2015-2016, solo negli Stati Uniti, il vaccino antinfluenzale ha prevenuto oltre cinque milioni di casi di influenza, circa 2,5 milioni di visite mediche, oltre 70mila ricoveri e almeno 3mila decessi. Il succo del discorso è quindi che non ci si vaccina solo per proteggere sé stessi, ma anche e soprattutto per proteggere i bambini e i neonati, gli anziani e le persone immuno-compromesse. Questo è vero per quasi tutte le malattie, compresa l’influenza. E questo dovrebbe essere anche un imperativo “etico” per chi, come noi, fa del prendersi cura degli ammalati il proprio lavoro.

Rosaria Palermo

https://www.epicentro.iss.it/problemi/influenza/InfluenzaStagionale2017-18.asp

https://mobile.nytimes.com/2018/01/15/upshot/flu-shot-deaths-herd-immunity.html?referer=https://m.facebook.com/

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

Leave a Comment
Share
Published by
Rosaria Palermo

Recent Posts

Declino cognitivo, “proteina serratura” può bloccarlo

L’invecchiamento del cervello e il suo sintomo più inquietante, il declino cognitivo, rappresentano una delle…

16/09/2024

“La scommessa – Una notte in corsia”: la commedia noir che annienta sanità e professionisti della salute

Alla première del film La scommessa - Una notte in corsia al Cinema Modernissimo di…

16/09/2024

Elezioni Opi Firenze-Pistoia, lista Costruire Insieme solleva la “questione di compatibilità tra ruoli ordinistici e sindacali”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della lista Costruire Insieme, in corsa per il rinnovo…

16/09/2024

Manovra, Bottega (Nursind): “Nulla di concreto per sanità e infermieri. Si va verso lo sciopero”

“Il Governo tergiversa e continua a prendere tempo. Proprio quel tempo che la sanità non…

16/09/2024

Aggressioni al personale sanitario, Nursing Up: “Viminale apra un dossier sulla situazione reale dei presidi fissi di forze dell’ordine”

Nel seguente comunicato stampa, che riceviamo e pubblichiamo, Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato…

16/09/2024

Genova, doppia aggressione a infermieri in poche ore: prima al Galliera, poi a Villa Scassi

Ancora violenza contro il personale sanitario in due diversi ospedali di Genova. La prima aggressione…

16/09/2024