Scandalo “furbetti” a San Severo. Asl Foggia sapeva: “Già presi provvedimenti. Possibili licenziamenti”

Nove dipendenti dell’ospedale sono indagati per truffa a danno di un ente pubblico. Andavano a spasso durante l’orario di lavoro dopo aver occultato le assenze ingiustificate. Tra loro anche un noto primario.

A seguito dell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Foggia ed eseguita dai finanzieri Comando provinciale, otto dipendenti dell’ospedale di San Severo sono finiti agli arresti domiciliari, mentre un altro dipendente della struttura è stato sospeso dal servizio in ordine all’ipotesi di truffa a danno di un ente pubblico quantificata in oltre 80mila euro. In totale, dunque, le indagini hanno raccolto solidi elementi di prova a carico di nove indagati: un primario, un dirigente, cinque collaboratori amministrativi, un operatore tecnico e una commessa.

Ma cosa accadeva nella cittadina della provincia foggiana? Attraverso l’esame dei filmati delle telecamere nascoste nei pressi dell’apparecchiatura marcatempo del presidio ospedaliero, le Fiamme Gialle di San Severo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno accertato che numerosi dipendenti attestavano la propria presenza sul luogo di lavoro, ma erano di fatto impegnati in attività estranee al contesto lavorativo.

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Per occultare le assenze ingiustificate, oltre a non timbrare il cartellino quando si allontanavano, alteravano le informazioni contenute nel sistema informatico di registrazione delle presenze, direttamente o con la complicità di due colleghi addetti all’inserimento dei dati nel database delle attività di servizio prestate. Uno degli indagati, invece, simulava di aver dimenticato il badge a casa e faceva attestare la propria presenza mediante la sottoscrizione di un’attestazione cartacea da parte del proprio dirigente, anche quando questi era assente dal servizio.

Oltre 5.300 ore di lavoro saltate, a partire dal 2014. Ma cosa facevano, i “furbetti”, quando si assentavano? Un po’ di tutto: c’era l’operatore tecnico che aiutava la moglie nella gestione di un bar; c’era chi nei bar andava a intrattenersi con amici e parenti; e c’era un primario, il noto dirigente medico Giuseppe Altieri

che trascorreva interi pomeriggi in giro per la città o tornava a casa e, qualche volta, attestava anche di aver eseguito prestazioni specialistiche, ricorrendo alle ore di straordinario per smaltire le liste d’attesa dei pazienti. Per non parlare dell’operatore tecnico specializzato che, dopo aver trascorso intere giornate in vari lidi balneari durante l’orario lavorativo, si divertiva a pubblicare sui social le foto che lo ritraevano in situazioni conviviali.

Su questo scandalo è arrivato il commento dell’Asl Foggia, attraverso una nota nella quale si legge: “La direzione generale, che sin dall’inizio delle indagini delle forze dell’ordine si è messa a completa disposizione, fornendo tutte le informazioni e la documentazione richiestaaveva già avviato autonomamente una propria indagine interna nell’ambito delle attività di rilevazione delle presenze. Tale indagine aveva portato a provvedimenti disciplinari nei confronti di dodici dipendenti. Di questi provvedimenti, alcuni si sono concretizzati in sanzioni disciplinari, altri sono stati sospesi in attesa dell’esito dell’inchiesta della Guardia di Finanza”.

E ancora: “La direzione generale, nell’esprimere la massima fiducia nell’operato delle forze dell’ordine e della magistratura, annuncia che sarà dato corso con assoluta fermezza a tutti gli adempimenti amministrativi e ai provvedimenti previsti, compreso il licenziamento, ove ricorressero i presupposti di legge. Questo, anche a tutela dell’immagine dell’Azienda, gravemente lesa, e di tutti i dipendenti che vi operano con serietà e dedizione, il cui lavoro non deve essere offuscato da eventuali, inaccettabili responsabilità individuali”.

Redazione Nurse Times

Fonte: FoggiaToday.it

 

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