Ne sono stati processati innumerevoli, tra i quali antimalarici, cortisonici, antinfiammatori, antiblastici, antivirali propriamente detti. L’apertura alle vecchie molecole con le quali si trattano altre malattie ha portato i suoi benefici; soprattutto laddove i risultati sono strati embricati con quelli di altre realtà sanitarie. Non ultimo è l’impiego del Raloxifene.
Il Raloxifene è un farmaco generalmente impiegato per il trattamento della MENOPAUSA (e specificatemene riducendo il rimaneggiamento osseo) o del tumore alla mammella nelle donne.
Solitamente il dosaggio è di una compressa al giorno e agisce con meccanismo di modulazione dei recettori di estrogeni espressi su utero e mammella.
Il perché un farmaco del genere possa essere utile nel trattamento SARS-COV2 sta nel fatto che è in grado di bloccare la replicazione virale nelle cellule infettate dell’ospite. Di conseguenza essere di aiuto anche nei portatori sani, generalmente asintomatici.
L’Update del farmaco cela la sua ratio nel meccanismo d’azione molecolare e tissutale, grazie ad un complessissimo meccanismo di down-regolazione di espressione delle proteine virali
Lo studio di nuovi approcci terapeutici e di rivisitazione di impiegpo di molecole già esistenti possono essere il punto di partenza per colmare le lacune terapeutiche e asssitenziali sui coronavirus emergenti.
CALABRESE MICHELE
FONTE:
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