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Sanità. Uscire dall’angolo si potrebbe se…

E’ oramai del tutto evidente che in Italia la sanità pubblica è in inesorabile declino e con essa la professione infermieristica resta quella che ne soffre di più.

Anni ed anni di depotenziamento di definanziamento e di allegre gestioni stanno presentando il conto e questo è davvero salato per i cittadini, ma anche per gli infermieri.

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Evidenza ne è la carenza strutturale degli organici, la disaffezione dei giovani ad intraprendere il percorso di studi universitario, i salari tra i più bassi di Europa ed una organizzazione giurassica.

Ci troviamo quindi in una grave situazione, in un angolo apparentemente senza vie di uscita. Un sistema sanitario smembrato, che non restituisce certezze ne ai cittadini ne ai suoi professionisti.

Tre decenni almeno di governi di ogni colore e fattezza non hanno mai affrontato il problema ed anzi ognuno per il suo lo ha aggravato spingendo sempre più il sistema nell’angolo.

Molti sono gli interessi che gravano su questo stato di cose ed altrettante le lobbies che tirano la politica ai loro interessi di parte e la politica resta incapace (perchè ha bisogno dei loro voti), di prendere le decisioni necessarie ed urgenti.

Detto questo, ritengo che, nel dibattito politico in corso, sia quantomeno stucchevole sentir parlare alcuni di loro, ora forza di opposizione, di problematiche sanitarie perchè proprio quest’ultimi hanno avuto nel recente passato responsabilità di governo ed avrebbero potuto fare qualcosa di più concreto.

Ovviamente ciò non significa schierarsi da una parte o dall’altra, anche perchè l’altra è fatta di ulteriori tagli ed altre nefandezze varie, ma naturalmente significa fotografare una situazione ben nota a tutti.

Questo è il quadro generale da cui partire e questo è un dato di fatto incontrovertibile che mette tutti quanti noi in quel maledetto angolo senza vie di uscita ed inchioda inesorabilmente la politica tutta alle sue responsabilità ed alla sua inettitudine.

A questo punto non ci sono alternative la questione si gioca su due possibilità:

  1. la prima è continuare su questa strada fino alla naturale ed inevitabile distruzione (ormai già in atto) del nostro sistema salute e paese.
  2. l’altra è invertire con rigore scientifico la rotta ed iniziare a chiedersi “vogliamo veramente questo sfacelo? E di conseguenza come possiamo evitarlo?”

Non basterà per questo una robusta quanto necessaria iniezione di liquidità perchè questo è solamente uno dei problemi e peraltro soldi da investire non ne abbiamo, almeno così ci dicono.

Servirà una vera inversione di rotta anche e soprattutto nel paradigma concettuale dell’intero sistema per renderlo più consono alle esigenze mutate della popolazione ed anche più sostenibile economicamente.

Dal curare al prendersi cura questa è la strada maestra prevenzione ed accompagnamento e ciò significa rivoltare l’intera organizzazione del sistema salute ormai da sempre ferma all’era dei dinosauri.

Ed ecco in questa ottica sono gli infermieri, asse portante di questo cambiamento, i veri protagonisti, una professione intellettuale che nel proprio profilo professionale, nel loro DNA sono una professione tecnica, relazionale ed educativa?

Qui torniamo alla annosa e mai risolta “questione infermieristica “ perchè da ciò appare che le due cose difesa/rilancio del SSN e questione infermieristica sono strettamente legate tra loro poiché come piace dire alla nostra rappresentanza ordinistica SENZA INFERMIERI NON C’E’ SALUTE.

Troppo grande è il gap organico e troppo grande è l’ulteriore buco che si creerà a breve con il pensionamento di migliaia di infermieri, perchè non siamo solamente i meno pagati d’Europa, ma anche tra i più anziani.

E’ quanto mai urgente quindi mettere mano all’intera questione infermieristica senza ambiguità, partendo dal più evidente e penoso gap salariale, ma senza dimenticare un assetto dei percorsi universitari più consoni al nuovo infermiere che dovrà nascere ed una stagione di nuove assunzioni che è indifferibile.

Prevedendo magari un percorso di base che tralasci il rifacimento del letto o corbellerie del genere e si concentri di più sugli aspetti tecnici, relazionali ed educativi per avere una base di professionisti formati per lo scopo.

Prevedendo delle vere e proprie scuole di specializzazione trasformando così le attuali magistrali in specializzazioni perchè è ormai superata l’idea di infermiere polivalente contenuta nella 833/78.

L’ultimo contratto (firmato ormai già scaduto) in effetti ha già previsto questo sviluppo che potrebbe fin da subito essere messo a regime volendo, ma non avendo pervisto la copertura economica per farlo di fatto lo ha reso inapplicabile.

Resta quindi tutto questo detto una professione ed un SSN all’angolo che vede in quanto detto brevemente per questione di sintesi, altrimenti dovrei scrivere un corposo volume e non un articolo, l’unica possibilità di sopravvivenza e di rilancio.

Resta come una spada di Damocle sulla testa di tutti noi la inettitudine di una classe politica incapace. Senza la minima visione che non vada oltre il proprio naso.

Condizionata come è da interessi di parte delle lobbies prime tra tutte quelle della sanità privata, dei medici a vario livello e delle industrie farmaceutiche.

Personalmente non so cosa accadrà, se saranno in grado di fare un salto di qualità, se mai si vorrà mettere mano ad un problema così pregnante per i cittadini e per la civiltà del nostro paese.

Se la politica tutta sarà in grado di orientare le proprie scelte con i fatti e smetta di chiacchierare a vanvera e togliere ancora risorse alla sanità pubblica ed ai suoi professionisti.

Non ci sono più scuse, non ci sono più alibi sono anni che ripetiamo sempre le stesse cose; sempre nei fatti inascoltati.

E’ il momento di agire, di uscire da quel maledetto angolo, ma ci vuole coraggio il coraggio di fare politica vera, di visione libera.

I burocrati ed i ragionieri che devono far quadrare il bilancio nel modo più semplice possibile non servono e non bastano più, si deve guardare oltre il naso e l’orticello personale.

Questa è l’unica strada possibile per uscire dall’angolo, attaccare con la forza della ragione e sparigliare il fronte della decadenza interessata.

CHE LA POLITICA TIRI FUOI UNA VOLTA TANTO GLI ATTRIBUTI NECESSARI, SIN DA SUBITO FIN DA QUESTA LEGGE FINANZIARIA.

Angelo De Angelis

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Angelo De Angelis

Diploma di INFERMIERE PROFESSIONALE presso Centro idattico Polivalente Pio Istituto ed Osperali Riuniti ROMA nel 1980 Dal luglio 1980 INFERMIERE presso ospedale S.Giovanni Roma strumentista in C.O. chirurgia generale, infermiere in pronto soccorso chirurgico,medico e successivamente cardiologio Dal 1990 infermiere in ambulanza B.L.S A.L.S CENTRALE OPERATIVA DAL 2008 INFERMIERE presso CENTRO DI ASSISTENZA DOMICILARE ASL RM1 accoglienza e supporto agli utenti e famigliari coordinamento e consulenza agli infermieri nel territorio Nel 2013 LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE ED OSTERICHE presso università SAPIENZA DI ROMA

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Angelo De Angelis

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