Omicron ha nuovamente alzato la pressione negli ospedali mentre la sanità territoriale si è fatta trovare ancora una volta impreparata.
Da due anni, specie a infermieri e OSS, vengono cancellati ferie e riposi. I sanitari continuano a lavorare sottorganico con carichi di lavoro pressoché insostenibili, contrastando non solo la carenza cronica di personale ma anche l’ulteriore peso dovuto alle sospensioni per mancato adempimento dell’obbligo vaccinale.
Ma il Governo è distratto, i Parlamentari sono presi dalle manovre per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. La Legge di bilancio 2022, come di consueto ha posto solo delle “pezze” al sistema sanitario con il ricorso selvaggio al solito precariato senza prevedere aumenti di retribuzioni per gli operatori sanitari. Per loro il nuovo contratto nazionale prevede un aumento lordo che non supera i 70euro mensili, appena 50euro netti al mese. Tanto valgono quelli che chiamavano eroi.Una vergogna.
I nostri professionisti sono sottoposti a turni massacranti, ricevono paghe ridicole (mediamente lo stipendio netto mensile è di 1500 euro, poco meno di 10 euro l’ora) e hanno serie difficoltà ad accedere agli avanzamenti di carriera. Spesso il loro potenziale viene mortificato. Tanti si stanno trasferendo nei paesi europei con retribuzioni maggiori e percorsi di carriera degni della professione sanitaria.
Non si può continuare a “sfruttare” questi operatori con la retribuzione dellavoro straordinario, si metta mano ai bilanci aziendali e si corrisponda l’attività extra settimanalecon prestazioni aggiuntive, se non con nuove assunzioni a tempo indeterminato.
Non cambiano, nonostante tutto, i modelli organizzativi assistenziali, né si individuano altri sistemi efficaci per rintracciare rapidamente i cittadini che hanno avuto “contatti stretti o ad alto rischio”.
In tal senso, vista anche la recente circolare ministeriale a firma dei ministri Brunetta e Orlando, si potrebbe valutare l’utilizzo degli operatori sanitari che non si sono vaccinati in nuove attività di tracciamento, da svolgere in smart working. Tra loro c’è anche chi non si è tirato indietro di fronte alla prima ondata, e non solo. Fin con retribuzioni differenti rispetto ai loro colleghi, sarebbero preziosi per il funzionamento dei servizi in questi momenti già tragici”.
Giuseppe Carbone, segretario generale Fials
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