Roma, Umberto I: dipendenti dovranno restituire indennità non legittime

I dipendenti del Policlinico Umberto I, il più grande e popolato tra gli ospedali dei Paesi Ue, nella peggiore delle ipotesi potrebbero vedersi costretti a restituire i compensi riguardanti le progressioni di carriera ottenute “illegittimamente” dal 2006 a oggi; nella migliore, invece, quelli degli ultimi cinque anni solari.

 

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I dipendenti del Policlinico Umberto I, il più grande e popolato tra gli ospedali dei Paesi Ue, nella peggiore delle ipotesi potrebbero vedersi costretti a restituire i compensi riguardanti le progressioni di carriera ottenute “illegittimamente” dal 2006 a oggi; nella migliore, invece, quelli degli ultimi cinque anni solari.

Cosa è successo? Praticamente è stata notificata all’attuale commissario straordinario Joseph Polimeni la sentenza 489/2014 (resa attuativa dalla nota di protocollo della Corte dei conti n. 43.096 del 17/11/2017), che prevede il risanamento di un ingente danno all’erario (ammonterebbe a circa 20 milioni) da parte dei 3.500 dipendenti del settore ospedaliero. Danno causato da una serie di accordi legalmente inammissibili con la direzione manageriale del policlinico tra parti sindacali e Regione Lazio per promozioni indebite, scatti di carriera illegittimi e fasce di appartenenza raddoppiate

.

Più specificamente, tali “strette di mano” sarebbero iniziate nell’anno 2006 e sarebbero avvenute  tra l’ex direttore generale Ubaldo Montaguti (poi condannato per danno all’erario a restituire oltre 50mila euro), l’ex manager Domenico Alessio (colui che un paio di mesi fa ha lasciato un buco di 142 milioni di euro ai danni dell’Umberto I e che è stato da poco promosso commissario straordinario all’Ipab San Michele), l’ex assessore alla Sanità, Augusto Battaglia, gli ex governatori Piero Marrazzo e Renata Polverini, il presidente in carica Nicola Zingaretti e… i sindacati.

In parole povere: questi ultimi, per elargire premi e compensi, hanno firmato accordi su mandato di chi ha creduto in loro. E ora questa scelta scellerata rischia di ricadere a pieno sulla testa e soprattutto sul portafoglio dei lavoratori. Eppure la legge Brunetta, entrata in vigore nel 2011, era piuttosto chiara: le progressioni di carriera possono essere considerate solo per procedure concorsuali e selezioni, ma all’Umberto I non risultano essere stati prodotti bandi di questo tipo. Per quale motivo manager e sindacati non hanno tenuto conto della legge?

Comunque, tornando ai nostri giorni… Il commissario straordinario Joseph Polimeni, con tanto di provvedimento firmato (pubblicato sull’albo pretorio e notificato alla Regione Lazio), ha bloccato tutte le indennità extra a partire dal 1 dicembre 2017, fatto che ha acceso una grande preoccupazione tra i lavoratori e l’ira funesta dei sindacati che, per mezzo di Natale Di Cola, Roberto Chierchia e Sandro Bernardini (rispettivamente  segretari generali di Fp-Cgil Roma e Lazio, Cisl-Fp Lazio e Uil-Fpl Roma e Lazio) hanno annunciato uno sciopero per l’11 dicembre.

Alessio Biondino

Fonte: Agenparl

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